Cavarsela se tua madre è Sarah Palin
Due anni dopo la campagna elettorale Bristol Palin ha imparato a non essere più vittima dei media, ma ad usarli per trasmettere un messaggio. Preoccupante.
di Chiara Lino
Bristol Palin non era pronta, non lo è mai stata. Se nessuno si aspettava che McCain, alle presidenziali del 2008, scegliesse come suo vice una ex reginetta di bellezza, governatore di uno stato raramente sulle prime pagine, sua figlia certo non pensava che la sua normalità di adolescente di provincia sarebbe stata catapultata, di lì a poco, su ogni giornale internazionale. La prova sono le numerose foto che la ritraggono, decisamente minorenne, mentre beve alcolici con i suoi amici: foto banali, quasi noiose, se non sei figlia della chiacchieratissima donna iper-conservatrice candidata alla vicepresidenza degli Stati Uniti. Foto che altre ragazze abituate a subire l’immagine pubblica dei genitori sanno di dover evitare.
Bristol Palin non era pronta a passare sotto la lente d’ingrandimento della stampa americana, determinata ad analizzare ogni dettaglio della vita sua e della sua famiglia per dare credito o meno ai dogmi morali di sua madre. E non era pronta a subire gli stessi dogmi sulla sua pelle: rimasta incinta a 17 anni, fidanzata in fretta e furia con il coetaneo Levi Johnston, appena affacciata alla scena pubblica ne ricevette il battesimo del fuoco. Ogni dettaglio della sua gravidanza, in relazione a come Sarah Palin cresce i suoi figli e a come, per diretta conseguenza, avrebbe contribuito a governare la nazione, fu sezionato e analizzato, e qualcuno arrivò al punto di attribuirle la maternità anche di Trig, il suo fratello più piccolo affetto dalla sindrome di Down.
Sono passati due anni dalla campagna elettorale che ha portato il primo presidente nero alla Casa Bianca: in questo lasso di tempo è nato Tripp, Sarah Palin ha rinunciato a fare il governatore dell’Alaska perché troppo impegnata a promuovere il suo nuovo successo editoriale e le sue velleità di leadership politica, e il fidanzamento tra Levi e Bristol è stato rotto dando ufficialmente inizio alla carriera di lui come fotomodello e alle battaglie per l’affido del figlio.
Lei, invece, fa quattro cose: la prima è un lavoro a tempo pieno; la seconda è un corso professionale di business; la terza è prendere tra i 15.000 e i 30.000 dollari per andare nelle scuole a parlare di astinenza sessuale (la cifra corrisponde ad una sua singola partecipazione). La quarta è una comparsata (breve, per fortuna) nell’unica serie tv che potrebbe vederla partecipare nel ruolo di se stessa: “The Secret Life of the American Teenager”, trasmesso da noi su MTV col titolo italiano “La Vita Segreta di una Teenager Americana”.
“The Secret Life of the American Teenager” è l’ultimo progetto di Brenda Hampton, meglio conosciuta come creatrice e autrice di “Settimo Cielo”: segue il filone aperto da Juno sulle gravidanze giovanili indesiderate e lo inserisce su binari del conservatorismo deciso ma buonista, creando scenari paradossali. Arrivata alla terza stagione, la serie riesce cerca di fare su una rete nazionale ciò che Bristol Palin si impegna a fare col suo pellegrinaggio di scuola in scuola: predicare l’astinenza come unico metodo contraccettivo realmente funzionante facendo esempi che sembrerebbero comici se non fosse che lo show, al di là dei toni leggeri e dei colori iper-saturi, si prende molto sul serio. Ci sono una ragazza che resta incinta pur usando contemporaneamente pillola e preservativo, un’altra convinta che Dio abbia ucciso suo padre per punirla di aver avuto il suo primo rapporto sessuale, adolescenti che decidono di sposarsi dopo essersi tenuti per mano due volte, quindicenni già madri che trovano senza alcun problema un lavoro a tempo pieno compatibile con i propri impegni scolastici. E tutti, senza eccezioni, occupati a parlare di sesso in qualsiasi momento: a casa, in chiesa, a scuola, per telefono, sotto la doccia. Come tocco finale, ora arriva anche Bristol Palin.
La percentuale di gravidanze giovanili è cresciuta per la prima volta negli ultimi vent’anni negli USA e Bristol Palin, prima suo malgrado poi in forma sempre più attiva, ne è in qualche modo diventata simbolo; volendo, un simbolo che prende un sacco di soldi per convincere le sue coetanee a non fare proprio ciò che le ha dato soldi e notorietà. E ora, nella sua posizione, è in prima linea ad affermare che l’aborto è omicidio, che la contraccezione non è sicura, che l’unica opzione affidabile è l’astinenza. È una pessima attrice, e recitare non è tra le sue prospettive di carriera, ma ha fatto grossi passi avanti rispetto alla diciassettenne che era, fotografata con la bottiglia di vodka in mano e rimasta incinta del fidanzatino del liceo: ha smesso di subire le chiacchiere dei giornali, ora trasmette un messaggio. Nelle numerose interviste che hanno seguito l’annuncio della sua gravidanza ammette che la sua posizione privilegiata le ha permesso di tenere il bambino senza dover fare troppe rinunce e che alle “ragazze normali” si presentano ben altri problemi: nonostante questo a molte scuole sembra una buona idea darle 30.000 dollari per perorare una causa che i dati degli ultimi anni hanno dimostrato persa.
Ospite da Oprah, protagonista di un servizio su Harper’s Bazaar, intervistata da TvSquad e FoxNews Bristol Palin fa leva sulle angosce adolescenziali dichiarando che “la parte più difficile è stato dirlo ai miei genitori”.
A partire dal maggio 2009 ha cominciato a collaborare con la Candie’s Foundation (un’associazione che cerca di prevenire le gravidanze giovanili, n.d.r.) […]. Bristol ora raccomanda l’astinenza come “l’unico modo sicuro al 100% per evitare la gravidanza”. I detrattori sono stati pronti nell’attaccarla, ma “non penso affatto di essere ipocrita”, risponde Bristol. “È come se ti venisse il cancro ai polmoni per aver fumato, perché non dovresti dire agli altri ‘Ehi, lascia perdere, non fumare’. Perché non dovresti renderla costruttiva e condividere la tua esperienza per renderla utile agli altri?”
Dopo l’infelice metafora aggiusta il tiro: Tripp è una benedizione, un bambino estremamente tranquillo a cui vuole un gran bene, si augura che da grande diventi un atleta e che decida di non avere rapporti fino al matrimonio.
Se i riflettori della campagna elettorale dovessero puntarsi di nuovo su di lei, troverebbero una versione di Bristol più forte. “Sono circolate talmente tante notizie false su di me e la mia famiglia, mi disgusta” dice. “È la prova che molti giornalisti si limitano a riportare menzogne e pettegolezzi, quindi mi batterò perché i giornali mi ritraggano in modo più responsabile.” Intanto, lei e il resto del mondo potificano su Palin 2012: “Non so se mia madre si candiderà, ma penso che dovrebbe.”