Ex generale della Finanza si spara durante una perquisizione della Finanza
Angelo Cardile era stato amministratore di Parmatour, la società di viaggi fallita del gruppo Tanzi
È drammatico e letterario il racconto del suicidio di Angelo Cardile, avvenuto stamattina a Bologna, sui siti di news emiliani.
È morto suicida l’ex presidente e amministratore di Parmatour, Angelo Cardile. Generale della Guardia di Finanza in congedo, Cardile, 68 anni, si è suicidato nella sua abitazione bolognese nel corso di una perquisizione disposta dalla Procura di Bologna. Intorno alle sette di questa mattina, gli uomini della Guardia di Finanza del II Gruppo si sono recati nell’appartamento dove l’ex generale viveva con moglie e figlia in via Nadi, nella prima periferia della citta’. Il decreto di perquisizione è stato disposto nell’ambito di una indagine che vede indagate complessivamente 10 persone – tra cui lo stesso Cardile e altri tre finanzieri – per i reati (constestati a vario titolo) di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, rivelazione e utilizzazione del segreto d’ufficio, omessa denuncia del reato da parte di pubblico ufficiale ed emisione di fatture per operazioni inesistenti.
Cardile era stato amministratore unico di Parmatour nei mesi della sua bancarotta. Era stato ascoltato come testimone nell’inchiesta relativa, in cui non era mai stato indagato. Questa invece la ricostruzione dell’inchiesta che ha portato alla perquisizione di stamattina:
L’inchiesta ha preso spunto da alcune presunte irregolarità della società riminese Rimini Yacht. Cardile, dopo aver letto il provvedimento di perquisizione, ha chiesto di potersi andare a vestire in camera da letto poiché era ancora in pigiama: è stato accompagnato sulla soglia della camera e, con un gesto improvviso, ha estratto una pistola dall’anta dell’armadio e si è esploso un colpo alla testa. Sono poi intervenuti i carabinieri per i rilievi del caso ed il medico legale. ”Io credo che evidentemente non abbia retto al pensiero di subire altre umiliazioni” ha detto il penalista calabrese Armando Veneto, che in passato difese Cardile.