Come la vede il capo della CIA
Dodici cose che ha detto Leon Panetta sulla sicurezza internazionale nell'intervista di ieri alla ABC
Il direttore della CIA Leon Panetta – nominato un anno e mezzo fa da Barack Obama dopo essere stato deputato Democratico e capo di gabinetto della Casa Bianca ai tempi di Clinton – ha rilasciato ieri un’intervista a Jake Tapper per il programma della ABC “This Week”. L’intervista è stata ripresa da tutti i media del mondo, soprattutto per le valutazioni di Panetta su alcune questioni di sicurezza internazionale. Ecco le sue risposte più interessanti.
1. “(Sull’Afghanistan) ha ragione il presidente, siamo impegnati in una guerra molto dura. Ci sono problemi molto seri. È un paese che ha problemi di governo, di corruzione, di traffico di droga, di resistenza dei talebani. E però l’obiettivo fondamentale è di annientare e smantellare Al Qaida e i suoi alleati in modo che non attacchino mai più questo paese.
Stiamo facendo progressi: è più dura e più lenta di quello che chiunque avesse previsto. Assistiamo a un aumento della violenza, soprattutto nelle province di Kandahar e di Helmand. La nostra è la strategia giusta? Pensiamo di sì, avremo aggiunto 100 mila soldati per la fine di agosto. Se li sommiamo ai 50 mila della NATO sono 150 mila. È una forza piuttosto significativa”
2. “La chiave è che l’esercito e la polizia afgani siano in grado di accettare la responsabilità che gli lasciamo”
3. “Penso che oggi i talebani siano evidentemente impegnati con maggiore violenza. Fanno più attentati esplosivi, ci danno la caccia. Su questo non c’è dubbio: in qualche modo sono più forti, ma in qualche altro modo sono anche più deboli. Sembrano più forti, ma stiamo indebolendo i loro vertici”
4. “Non abbiamo visto nessun indizio che i talebani siano interessati alla riconciliazione, che vogliano abbandonare le armi, denunciare Al Qaida, diventare davvero parte della società afgana”
5. “Io credo che i numeri di Al Qaida in Afghanistan siano relativamente piccoli. Secondo me parliamo di un numero tra i 60 e i 100 uomini, forse meno. Non c’è dubbio che le principali basi di Al Qaida siano nelle aree tribali del Pakistan”
6. “(Osama bin Laden) sta molto nascosto, come è ovvio. È nelle aree tribali del Pakistan, luoghi molto difficili. Quel territorio è forse il più difficile del mondo. È tutto quel che sappiamo, che è in quelle zone. E ovviamente ha un’enorme struttura di difesa intorno a sé.
È da un po’ che non abbiamo buone informazioni su dove si trovi, direi dalla prima metà dello scorso decennio: da quando si stava spostando dall’Afghanistan al Pakistan. Da allora è stato molto difficile avere informazioni sulla sua posizione”
7. “Al Qaida sta usando uomini che non hanno precedenti terroristici sospetti, ed è più complicato identificarli. Un’altra minaccia è costituita da uomini che sono già negli USA, nascosti, ma che all’improvviso passano all’azione. E una terza da quelli che radicalizzano le loro idee”
8. “Penso che l’Iran continui a sviluppare know-how e capacità sul nucleare. E che stia lavorando anche al progetto di armi nucleari. Pensiamo che al momento abbiano sufficiente uranio a basso arricchimento per produrre due bombe. Devono arricchirlo completamente per ottenerle. Se decidono di farlo, riteniamo che ci voglia un anno, e un altro anno per sviluppare il sistema necessario a usarle”
9. “Israele è preoccupato: la loro intelligence lavora con la nostra ed è più convinta di noi che l’Iran abbia deciso di procedere con la bomba. Ma sanno che le sanzioni avranno un risultato e vogliono darci l’opportunità di affrontare l’Iran diplomaticamente piuttosto che militarmente”
10. “(L’attacco della Corea del Nord alla nave sudocreana) può essere stato parte di un piano di Kim Jong-il per dare forza e credibilità a suo figlio – che è giovane e inesperto – in vista della successione, soprattutto con i militari che non sanno cosa aspettarsi da lui. Tutte le provocazioni che vediamo stanno in questo disegno, e questo può portarci a un periodo molto pericoloso. Ma non penso che si evolverà in un confronto militare. Sono 40 anni che assistiamo a questo genere di cose: alla fine, fanno sempre un passo indietro e credo lo faranno anche questa volta”
11. “La maggiore delle mie preoccupazioni sui rischi che non stiamo affrontando a sufficienza è la proliferazione di armi nucleari e la possibilità che una di queste finisca nelle mani dei terroristi. Ce n’è un sacco, di quella roba, là fuori: e ti chiedi dove sia e chi ci stia mettendo le mani sopra”
12. “Un’altra preoccupazione è la sicurezza informatica. Viviamo in un mondo in cui la guerra informatica è ormai reale e può minacciare le nostre reti e il nostro sistema funzionario. Può paralizzare il nostro Paese”