Reykjavik, un mese di sindaco comico
Jon Gnarr, eletto dal "voto di protesta", comincia a fare sul serio ma fino a un certo punto
Il New York Times racconta oggi ai suoi lettori le prime quattro settimane da sindaco di Reykjavik di Jon Gnarr, il comico che si era candidato alle elezioni della capitale (che ospita un terzo degli islandesi) approfittando della crisi economica nazionale e delle difficoltà politiche conseguenti e aveva ottenuto la maggioranza dei voti.
Il partito di Gnarr – Besti flokkurinn, il “Partito Migliore” – ha guadagnato sei dei quindici seggi in consiglio comunale, racconta il ritratto, e doveva trovare degli alleati per avere la maggioranza. Ma Gnarr ha escluso di allearsi con chi non avesse visto tutte e cinque le stagioni di The Wire, la serie tv (alla fine ha formato una coalizione con i socialdemocratici, accusandoli di essersi fatti raccontare la trama da un loro impiegato). E nel suo discorso di insediamento ha rassicurato così i cittadini che non lo hanno votato.
“Non dovete avere paura del Partito Migliore, perché è il partito migliore. Se non lo fosse, si sarebbe chiamato il Partito Peggiore o il Partito Cattivo. Ma non accetteremmo mai di stare in un partito così”
L’elezione di Gnarr, che ha 43 anni ed è celebre per il personaggio televisivo e cinematografico di un “marxista di mezza età la cui infanzia è stata rovinata da una madre femminista”, è letta dagli osservatori come un “voto di protesta”, ma di fatto Gnarr è ora destinato a fare il sindaco di Reykjavik per quattro anni. Il suo progetto politico è per ora piuttosto sommario: nei primi giorni di insediamento ha consentito l’accesso gratis alle piscine ai minori di diciotto anni e annunciato un progetto per il traffico cittadino di auto elettriche (l’Islanda ha una grande ricchezza di energia geotermica).
Nella biografia di Gnarr c’è un instabile corso scolastico, una assidua frequentazione degli Sugarcubes (la prima band di Björk) e la frequentazione di gruppi anarchici e ambientalisti. Sua moglie è la migliore amica di Björk, dice il New York Times. Diversi candidati ed eletti del partito sono cantanti e musicisti rock.
Pare che quando Gnarr parla alle riunioni del consiglio comunale, un brivido d’ansia serpeggi tra gli alleati e le opposizioni.