Blogger perplessi dal Presidente blogger
La nota di ieri di Napolitano non ha convinto tutti i critici del ministro Brancher
Tra i blogger collaboratori del Post è nato un originale dibattito sull’intervento di ieri del Presidente della Repubblica Napolitano sul ministro Brancher e il legittimo impedimento. Il tratto comune – e appunto originale – degli interventi è che tutti quanti condividono la disdicevole inopportunità della nomina a ministro di Brancher, e le ragioni addotte in questi giorni per contestarla.
Ma al tempo stesso – diremmo, “da sinistra” – sono interventi spiazzati dall’irritualità della comunicazione del Quirinale, e preoccupati dai rischi che un “liberi tutti” sempre più diffuso tra le istituzioni e nel paese contagi anche i luoghi deputati alla resistenza sul rispetto delle regole. E mentre tutto il fronte antigovernativo celebra la presa di posizione del Quirinale come un punto portato a casa, qualcuno si è invece chiesto se la violazione delle regole non sia una sconfitta per lo stesso fronte
Il primo a notare un’anomalia nella comunicazione di Napolitano è stato l’articolo del Post che la segnalava, ieri.
Il parere del Quirinale è interessante in termini di comunicazioni istituzionali perché il Presidente ha ritenuto di intervenire su una questione che non riguarda direttamente le sue prerogative, e di intervenire con un parere non strettamente “giuridico”, ma di schietta concretezza e in risposta non a un’istanza formale ma a una delle sue giustificazioni fattuali. Insomma, ha in sostanza diffuso una nota della Presidenza della Repubblica per dire “guarda che nel tuo ministero non c’è niente da organizzare, e puoi benissimo farti processare”.
Sul suo blog, il direttore del Post ha aggiunto che quello di Napolitano sembrava un intervento più “da blogger” che adeguato al ruolo del Presidente della Repubblica.
Quella di oggi su Brancher non è una tradizionale “nota del Quirinale”: è – per lunghezza e voglia di dire la propria anche se non richiesta – un post.
Perplessità più severe le ha invece espresse sul suo blog Maurizio Codogno, matematico ed esperto di internet, sottolineando la stranezza di un commento non su una questione giuridica formale ma su una motivazione informale letta sui giornali:
Prassi vuole ormai che il Presidente della Repubblica dica in maniera più o meno ufficiosa cosa pensi delle varie leggi e leggine, ma scrivere una nota del genere non si era mai visto.
Poi, stamattina, Massimo Mantellini ha riassunto le ragioni del disagio di chi ritiene il Presidente della Repubblica un alleato garante contro gli “eccessi” della presente maggioranza.
Cita impedimenti al legittimo impedimento che non sono scritti da nessuna parte, esprime punti di vista ufficiali basati sulla lettura dei giornali (e lo scrive pure), scende in campo su questioni che certamente lo riguardano come uomo ma non come Presidente della Repubblica. Non sfugga a nessuno che la confusione dei ruoli è uno degli effetti peggiori dettati dall’agenda politica di questo sciagurato governo. Tutti parlano di tutto, nessuno sa niente di niente. In questa vaghezza senza punti di riferimento ogni bestialità, come il giochetto di Berlusconi su Brancher, guadagna un suo equilibrio fra posizioni differenti urlate con uguale forza.
Secondo Mantellini, quella di Napolitano non è una sconfitta dei modelli berlusconiani, ma una loro vittoria.
In una situazione drammatica come questa la discesa in campo di Napolitano, esattamente come la trasformazione di Repubblica in un contraltare politico ai media governativi, non è l’atto estremo di una resistenza alla quale tutti noi vorremmo iscriverci, ma una sciagurata concessione all’avversario. Il Presidente faccia il Presidente, i giornali facciano buon giornalismo, tutto quello che viene oltre è farina buona per le torte avvelenate del Premier.
Discussione interessante, vicina a quella annosa sul fine che giustifichi i mezzi. Oppure l’intervento di Napolitano era assolutamente nelle sue prerogative e opportunità. Che ne pensate?