Le accuse contro Brancher
Il nuovo ministro è accusato di aver accettato soldi dalla Banca popolare di Lodi
Ricettazione e appropriazione indebita. Sono queste le due accuse su cui verte il processo per cui gli avvocati del nuovo ministro per l’attuazione del federalismo Aldo Brancher hanno chiesto l’applicazione del legittimo impedimento. Brancher avrebbe accettato denaro per la sua campagna elettorale dalla Banca popolare di Lodi, come scrive Repubblica in un articolo dell’ottobre 2009:
Le casse della Banca popolare di Lodi, sotto la gestione di Gianpiero Fiorani, erano a disposizione degli amici potenti di turno.
I fatti più gravi risalirebbero al febbraio/marzo del 2005, e sono stati raccontati da Gianpiero Fiorani, ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, nell’ambito dell’inchiesta sulla scalata ad Antoveneta e la bancarotta della società di sondaggi Hdc. Questa la dichiarazione di Fiorani ai pm di Lodi del 19 giugno del 2007, riportata dal Corriere del Veneto:
“Brancher nel corso di un incontro a Roma, mi aveva detto che lui e Calderoli avevano bisogno della somma di 200 mila euro per le spese della campagna elettorale. In seguito Brancher mi comunicò la data in cui lui e Calderoli sarebbero stati a Lodi per un convegno. Nella tarda mattinata del giorno comunicatomi dal Brancher, lui e il Calderoli si sono presentati nel mio ufficio. Spinelli (funzionario di Bpl, ndr) che io avevo preavvertito era anche lui nei pressi del mio ufficio con una busta gialla contenente la somma di 200mila euro. Quindi vi è stato un dialogo tra me Spinelli e Brancher nel corso del quale Spinelli ha consegnato la busta a Brancher senza dire nulla al riguardo. Ricevuta la busta, Brancher ha raggiunto Calderoli che si trovava in un’altra sala. Non ho assistito alla divisione della somma tra di loro ma ho potuto notare che il Calderoli era visibilmente entusiasta, tenendo in seguito un accalorato discorso in favore di Bpl.”
Nei fatti, oltre al ministro Calderoli, sarebbe inoltre coinvolta anche la compagna di Brancher, Luana Magnezzo.