Brancher chiude la giornata buscandole pure da Napolitano
In una nota ufficiale il Quirinale ricorda al ministro che al suo ministero non c'è un bel nulla "da organizzare"
Con un’iniziativa abbastanza irrituale, il presidente della Repubblica Napolitano ha diramato una brevissima nota in cui esprime un parere sulle motivazioni addotte dal neoministro Aldo Brancher per giustificare la richiesta dei suoi avvocati del “legittimo impedimento” rispetto al processo in cui il ministro è imputato.
In rapporto a quanto si è letto su qualche quotidiano questa mattina a proposito del ricorso dell’onorevole Aldo Brancher alla facoltà prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento, si rileva che non c’è nessun nuovo Ministero da organizzare, in quanto l’onorevole Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio
Il parere del Quirinale è interessante in termini di comunicazioni istituzionali perché il Presidente ha ritenuto di intervenire su una questione che non riguarda direttamente le sue prerogative, e di intervenire con un parere non strettamente “giuridico”, ma di schietta concretezza e in risposta non a un’istanza formale ma a una delle sue giustificazioni fattuali. Insomma, ha in sostanza diffuso una nota della Presidenza della Repubblica per dire “guarda che nel tuo ministero non c’è niente da organizzare, e puoi benissimo farti processare”.
Ma il parere del Quirinale è più immediatamente destinato ad appesantire – e di molto – il carico di accuse e critiche sulla testa di Brancher e del governo, carico che si è aggravato nelle ultime 24 ore da quando il ministro ha fatto richiesta di ottenere il legittimo impedimento a neanche una settimana dalla nomina che da molte parti era stata letta come motivata solo dalla volontà di sottrarre Brancher al processo.
Subito dopo la diffusione della nota, come spiega Repubblica, sono arrivate le richieste di dimissioni da parte dell’opposizione.
Il Pd considera “un macigno” le parole del Quirinale e chiede le dimissioni del ministro Aldo Brancher. Una posizione espressa dal vicesegretario democratico Enrico Letta. “Solo le dimissioni del ministro brancher possono sanare questo scandalo – ha affermato – le chiediamo per il bene del Paese e per il rispetto delle istituzioni”. Richiesta condivisa da Walter Veltroni. “Penso che il ministro Brancher dovrebbe dimettersi. Le ragioni della sua inopinata nomina sono emerse immediatamente nella loro reale natura” ha detto Veltroni. “Il Quirinale ha reso evidente la pretestuosità delle motivazioni con le quali il neo ministro ha tentato di usare la sua carica per non rispondere ai magistrati”. “Il rapporto diretto tra la nomina e il tentativo di avvalersi immotivatamente del legittimo impedimento – ha aggiunto – delegittima il ministro Brancher. Le sue dimissioni mi sembrano il minimo atto di responsabilità richiesta”.
Pd chiede convocazione Berlusconi alla Camera. Alla luce della sconfessione del Quirinale alle ragioni adottate dal ministro, il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini, chiede che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi risponda in aula alla Camera sul caso, preannunciando una interrogazione per il question time di mercoledì prossimo a Montecitorio al premier sulla nomina di Brancher. “Le parole che giungono dal Quirinale sono chiare, nette e incontrovertibili” ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama. “Brancher ne tragga le conseguenze, altrimenti in parlamento non permetteremo che un uso così disinvolto delle istituzioni e delle loro prerogative continui a oltraggiare la democrazia italiana”.