Gli USA finanziano i talebani loro nemici?
Il rapporto di una commissione del congresso evidenzia un circolo vizioso nella distribuzione del denaro verso l'Afghanistan
“I contribuenti americani potrebbero avere creato inavvertitamente una rete di sostegno da milioni di dollari ai signori della guerra in Afghanistan”. Il New York Times la mette così, anche se difficilmente quell’inavvertitamente riguardo gli inconsapevoli contribuenti può essere esteso ai capi dell’esercito.
La storia è questa. Com’è ovvio, gli Stati Uniti hanno la necessità di fare arrivare alle loro truppe in Afghanistan una grande quantità di materiale ogni settimana: medicine, viveri, armi, macchinari – tutto quello che serve a star lì, insomma. E ovviamente il trasporto di questi convogli è un’operazione molto delicata, non solo perché il rischio di attentati è sempre dietro l’angolo ma anche perché le merci trasportate sono molto preziose e quindi i signori della guerra e i talebani hanno ogni interesse di impossessarsene. Fino a un certo punto, durante la guerra, il compito di scortare questi convogli e garantire la loro sicurezza era svolto dagli stessi soldati americani. A un certo punto il Pentagono ha deciso invece di affidare la sicurezza dei convogli ad alcune società private, allo scopo di liberare i soldati da quest’incombenza e permettere loro di concentrarsi sulla lotta ai talebani e ai gruppi islamisti.
La notizia è che un’inchiesta di una commissione del congresso sulla sicurezza nazionale ha scoperto che questa esternalizzazione della protezione dei convogli ha avuto degli effetti collaterali piuttosto indesiderati. Le società private che gli Stati Uniti pagano perché garantiscano la sicurezza dei convogli, infatti, avrebbero girato buona parte
di quel denaro – parliamo di milioni di dollari – agli stessi signori della guerra e ai talebani, comprando la loro protezione in perfetto stile mafioso. Niente a che vedere con quanto accadeva durante la guerra fredda, quando il sostegno ai talebani e ai gruppi islamisti era una pratica sistematica allo scopo di rafforzare i nemici dell’Unione Sovietica. È un circolo vizioso: gli Stati Uniti pagano queste società per permettere di avere più soldati a disposizione contro talebani e signori della guerra, le società finanziano i signori della guerra dando così loro risorse da usare contro i soldati americani.
In Afghanistan, racconta il rapporto della commissione, centinaia di società di sicurezza privata – molte non registrate – danno lavoro a oltre settantamila persone, che lavorano armate e spesso senza alcuna supervisione. “Di fatto, i subappaltatori delle principali compagnie per la sicurezza privata sono signori della guerra e miliziani, gli stessi che contendono autorità e potere al governo afghano”.
Il problema non sono evidentemente i contratti in sé che gli Stati Uniti stipulano con queste società, bensì il fatto che non ci sia alcuna supervisione da parte il ministero della difesa: secondo il rapporto, gli stessi vertici militari statunitensi a Kabul non sarebbero a conoscenza di quali società sono pagate perché provvedano alla sicurezza dei convogli.
“Di questo passo anche quando gli Stati Uniti avranno lasciato l’Afghanistan”, si legge nel rapporto, “e il business del trasporto dei convogli sarà esaurito, i signori della guerra continueranno a giocare un ruolo fondamentale e autonomo nel potere politico, economico e militare del paese”.
Il rapporto racconta anche di come quando le società per la sicurezza privata si sono rifiutate di pagare i signori della guerra, questi li hanno attaccati. “Mafia-style”, scrivono sul New York Times.