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Nel PD non tutti sono d'accordo con questo "affannarsi in difesa" dell'ex capo della polizia
La settimana scorsa Gianni De Gennaro, l’ex capo della polizia e attuale capo del Dis (Dipartimento delle informazioni per la Sicurezza), è stato condannato in appello a un anno e quattro mesi di reclusione dal giudice Maria Rosaria D’Angelo, che ha ribaltato la sentenza di primo grado che lo aveva assolto. I fatti che hanno portato alla sua condanna sono legati solo marginalmente a quanto avvenuto nella scuola Diaz al G8 di Genova del 2001, e non sono concentrati sulle violenze da parte della polizia ma sulla sua mancata collaborazione. De Gennaro è stato infatti condannato per aver telefonato all’allora questore di Genova Francesco Colucci chiedendogli di modificare la versione dei fatti in tribunale, riguardo all’ordine di De Gennaro di convocare davanti alla Diaz il responsabile stampa della polizia.
La condanna di è stata accolta dal mondo politico con una reazione praticamente unanime. Fatta eccezione per alcuni esponenti dell’IdV e della sinistra extraparlamentare, tutti si sono stretti attorno a De Gennaro: i più schierati parlando di sentenza “che farà ridere il mondo”, come la deputata PdL Lorenzin, o dicendo che “De Gennaro meriterebbe una medaglia”, come Gasparri. Altri, tra cui molti esponenti del PD, hanno espresso punti di vista più equilibrati, ribadendo e confermando però la loro stima nei confronti dell’ex capo della polizia.
Enzo Bianco ha detto di sentire “il dovere di ricordare a tutti che Gianni De Gennaro è stato uno dei migliori poliziotti che il nostro paese abbia avuto”. Altri, come Antonello Soro, Achille Serra, Emanuele Fiano, hanno ribadito la propria stima evitando di parlare di dimissioni. Bersani e D’Alema hanno scelto di non dire niente. Il Riformista racconta però di come questo non sia un pensiero unanime.
C’è chi non ci sta. Anche ai piani alti del partito. Andrea Orlando, il responsabile Giustizia, spiega: «Prima di esprimerci su questo caso dovremmo aspettare le motivazioni della sentenza. Anche perché bisogna valutare le eventuali implicazioni politiche…». Matteo Orfini è ancora più duro: «Questo affannarsi in difesa di De Gennaro mi sembra quantomeno prematuro. Sono garantista anch’io, naturalmente. Ma aspetto di leggere il dispositivo della sentenza perché bisogna ragionare sull’eventualità che De Gennaro mantenga o meno il suo attuale incarico. Mica fa il pizzicagnolo…». Tutt’altro, fa il capo del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza.