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  • Domenica 20 giugno 2010

La Giamaica vuole il domino alle Olimpiadi

Ottenere il riconoscimento del CIO non sarà semplice, ma il paese confida di smuovere le acque con i prossimi mondiali

Mentre mezzo mondo è travolto dal tifo per i mondiali di calcio, e dall’assuefazione all’inesorabile ronzio delle vuvuzela, in Giamaica gli animi vengono accessi da un altro sogno: rendere il domino una disciplina olimpica. Il gioco da tavolo è uno sport nazionale per il paese sudamericano, racconta la BBC, e così al frastuono del tifo per i mondiali si contrappone il rumore delle tessere di plastica sulle plance di legno. Ogni occasione è buona per giocare a domino: una pausa in un parco pubblico all’ombra di un albero, l’attesa tra una corsa e l’altra dei tassisti o una cena al ristorante che tarda ad arrivare.

Le partite a volte sono interminabili e durano tutta la notte, spesso accompagnate da una bottiglia di rum e da capannelli di appassionati che assistono al confronto tra i vari giocatori al tavolo. Secondo Rey Smith, il primo responsabile della National Association of Domino Bodies giamaicana, nel paese gioca a domino quasi il 70% della popolazione: «Lo pratichiamo come gioco di società e ora anche a livello agonistico. E proprio di questo livello stiamo discutendo con quelli delle Olimpiadi».

Il primo passo per raggiungere il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) richiederà il riconoscimento della disciplina come uno sport nazionale. I precedenti, del resto non mancano: alcuni stati come l’Azerbaijan e le Barbados, gli Stati Uniti e la Russia riconoscono già il domino tra gli sport nazionali e ora i giamaicani sperano di poter fare altrettanto, proponendo poi il gioco come nuova disciplina olimpica.

«Il domino promuove lo spirito di squadra e ti obbliga a pensare e a elaborare una strategia» spiega Olivia “Babsy” Grange, ministro dello sport. «Quelli impegnati col domino lo prendono molto seriamente, possediamo la tecnica, le capacità, la lungimiranza e il talento per giocare a domino e, poiché abbiamo una passione per questo, sappiamo che potremo essere dominanti».

Arrivare alle Olimpiadi non sarà però semplice, spiegano gli esperti. Il gioco dovrà essere prima riconosciuto ufficialmente come uno sport, successivamente tutte le nazioni che lo riconoscono e lo praticano dovrebbero confluire soto l’ala della Federation of International Dominoes (Fid), che a sua volta dovrebbe poi farsi promotrice dell’adozione del domino presso il Comitato Olimpico Internazionale. Ricevuta la richiesta, il CIO dovrebbe poi approvare la richiesta entro sette anni dalla prima edizione dei Giochi in cui verebbe compreso anche il domino.

Come parte del processo di riconoscimento, la Fid dovrà provare che il domino è conforme alla Carta Olimpica e che rispetta le regole previste nel codice dell’anti-doping internazionale. Lo status di sport olimpico è ancora distante, ma la Giamaica spera che ospitando la decima edizione del Campionato Mondiale di Domino del 2012 possa promuovere l’aspetto maggiormente professionale del gioco.

I giochi saranno ospitati a Montego Bay ed è prevista la partecipazione di diverse centinaia di giocatori da tutto il mondo. Un buon successo del Campionato potrebbe consentire al paese di accelerare i tempi, rendendo maggiormente concreto il proprio sogno di far sbarcare tessere e tabelloni di legno alle Olimpiadi. Forse il primo inconsapevole campione olimpionico di domino si sta già allenando all’ombra di una palma.