Vincitrici morali
Passeranno alla storia come i mondiali delle vuvuzelas. Ecco tutti i modi escogitati in giro per il mondo per combatterle
di Pietro Salvatori
Vedere una partita senza l’orrendo suono delle vuvuzela. Questo il sogno di molti spettatori di calcio italiani ed europei, sogno discusso fino a chiedere che la FIFA le vietasse. Negli scorsi giorni Danny Jordaan, portavoce della Fifa, aveva affermato che la possibilità che venissero proibite era stata presa in esame. L’altro ieri, però, Rich Mkhondo, portavoce del Comitato organizzatore ha gelato tutti: “le vuvuzela non saranno vietate, fanno parte della nostra cultura. Siete nostri ospiti, per questo abbracciate la nostra cultura e il nostro modo di festeggiare”. Molti si sono dunque rassegnati a guardare le partite con l’ormai celebre ronzio quale accompagnamento costante.
Ma c’è chi non si da per vinto. I primi a muoversi sono stati i dirigenti dell’emittente belga che trasmette i Mondiali, la VRT. “Le soluzioni semplici sono spesso le migliori – ha spiegato il portavoce della televisione – I nostri commentatori utilizzeranno microfoni degli anni ’70, che piazzati davanti alla bocca riducono sensibilmente i rumori dell’ambiente circostante ai telecronisti”.
Anche la BBC sta valutando se fornire ai propri spettatori le partite senza l’orrendo suono delle trombette sudafricane, dopo aver ricevuto oltre 500 lamentele dai propri spettatori. Attraverso un menù interattivo, si potrà scegliere se seguire la partita con tutti i rumori di sottofondo, vuvuzela comprese, o se ascoltare semplicemente la voce dei commentatori, con la traccia audio dei microfoni ambientali ridotta al minimo.
La soluzione italiana è più affidata all’iniziativa privata, come da cliché di arrangiarsi. Un fisico, Lindoro Massimo Del Duca, avrebbe ideato una scatoletta che “ripulirebbe” il suono dei microfoni che trasmettono l’audio dagli stadi del Sudafrica. Il progetto si è arenato (come da cliché), un po’ sui costi, ma anche per la decisione politica della Fifa di mantenere la traccia audio naturale.
Il tedesco Tobia Herre, dal suo blog, suggerisce come ottenere la soluzione immaginata da Del Duca sui singoli televisori. L’operazione, che va ad agire sulle frequenze del suono delle trombette, data la sua complessità, riuscirà solamente a pochi esperti (l’originale tedesco è qui), anche se la televisione tedesca ZDF sta meditando sull’opportunità ricorrere al sistema ideato dal blogger, che se non eliminerebbe del tutto, almeno ridurrebbe sensibilmente il suono delle vuvuzela.
Ideato anche un fantomatico filtro contro-vuvuzela, in vendita a 2.95 euro, ma dall’efficacia non confermata. Come funziona? Si tratta di una traccia audio con un’onda della stessa ampiezza di quella solita delle trombe, ma con fase invertita al suono originale. Lo si carica sullo stereo, sull’iPhone o sul computer e lo si accende durante la partita come fosse un Mp3. Dura 45 minuti: dopo l’intervallo bisogna far ripartire la traccia.
Per contro, il fenomeno si sta diffondendo, e trova incredibilmente sostenitori anche in Europa. In occasione di Inghilterra-Stati Uniti il supermercato Sainsbury ha esaurito in 12 ore i 22 mila esemplari che aveva a disposizione. Non avete fiato? Tranquilli, potrete suonare la vuvuzela comodamente dal vostro iphone: c’è l’applicazione.