Bloody Sunday, Gran Bretagna in attesa
Oggi verrà pubblicato il rapporto della seconda inchiesta, durata 12 anni, sulla strage del 1972
Oggi è il giorno che la Gran Bretagna sta aspettando da quasi quarant’anni: verrà infatti reso noto il rapporto di 5.000 pagine dell’inchiesta sul cosiddetto Bloody Sunday, la domenica di sangue. È previsto per le quattro e mezza, ora italiana, il discorso del primo ministro David Cameron.
L’inchiesta, durata 12 anni e costata quasi 250 milioni di euro, dovrebbe fare luce su quanto successo il 30 gennaio 1972, quando quattordici persone, per la maggior parte giovani, vennero uccise dai soldati del Primo Battaglione del Reggimento Paracadutisti durante una manifestazione per i diritti civili a Derry, in Irlanda del Nord. I soldati spiegarono poi di aver sparato in risposta a un primo colpo d’arma da fuoco, affermazione in contrasto con quelle di molti testimoni, che hanno dichiarato di non aver visto armi in mano ai manifestanti.
La strage acuì enormemente il clima di tensione nato alla fine degli anni Sessanta in Irlanda del Nord, che vedeva contrapposti i sostenitori dell’appartenenza al Regno Unito (gli unionisti) e i separatisti indipendentisti, tra cui l’organizzazione terroristica dell’IRA. Organizzazione che, dopo il Bloody Sunday, vide incrementarsi a dismisura l’appoggio dei cittadini.
Una prima inchiesta, aperta nelle settimane seguenti dall’allora primo ministro britannico Edward Heath, prosciolse le autorità e i soldati britannici da ogni colpa, ma venne in seguito considerata un insabbiamento della verità. Nel gennaio del 1998, il premier Tony Blair annunciò l’apertura di una nuova inchiesta, basata su nuove prove e testimonianze.
Questa mattina, è stato mostrato il rapporto ai parenti dei morti e dei feriti del Bloody Sunday. Il Guardian e la BBC stanno seguendo in tempo reale gli sviluppi della giornata.