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  • Lunedì 14 giugno 2010

C-Luo!

Perché i telecronisti cinesi pronunciano diversamente i cognomi dei calciatori

Portugal's Player Cristiano Ronaldo, left, vies for the ball against Mozambique's player Fanuel, right, during a warm-up match at the Wanders stadium in Johannesburg, South Africa, Tuesday, June 8, 2010. Portugal are preparing for the upcoming soccer World Cup, where they will play in Group G. (AP Photo/Hassan Ammar)
Portugal's Player Cristiano Ronaldo, left, vies for the ball against Mozambique's player Fanuel, right, during a warm-up match at the Wanders stadium in Johannesburg, South Africa, Tuesday, June 8, 2010. Portugal are preparing for the upcoming soccer World Cup, where they will play in Group G. (AP Photo/Hassan Ammar)

Se avete visto qualche partita dei mondiali in streaming sui canali cinesi ve ne sarete già accorti da soli. Perché i telecronisti pronunciano diversamente i cognomi dei calciatori? Francesco Zappa su China Files spiega che la cosa che spesso dicono gli occidentali davanti a un nome scritto in cinese – “cos’è, uno scioglilingua?” – vale anche al contrario, dato che il cinese è composta interamente da parole monosillabiche e bisillabiche.

La folgorazione avvenne a Pechino nel 1999 quando, guardando una partita di serie A alla CCTV, ci fu la sostituzione di Osmanovsky, “indimenticato” bomber di Bari e Torino: ebbene il nome cinese dell’attaccante svedese risuonava così: Ao-Se-Ma-Nuo-Se-Ci, pronunciato con tono cadenzato e leggermente zoppicante. Quando il commentatore cinese aveva finito di pronunciare il suo nome, Osmanovsky era già uscito dal campo e sotto la doccia. Viene in mente il finale di “Ricomincio da tre” con Troisi che parla di come un bambino dal nome lungo porti svantaggi ai genitori.

Un altro esempio: per i cinesi Ibrahimovic è Yi-Bu-La-Se-Muo-Vi-Ci, impronunciabile a meno di non perdere venti secondi. Così i telecronisti cinesi ricorrono ai soprannomi, almeno per i campioni molto famosi. Ibrahimovic è Yi-bu. Solo che a un certo punto i soprannomi finiscono, e allora bisogna ricorrere alla fantasia. Prendete il caso Ronaldo.

All’inizio c’era solo il Fenonemo brasiliano dell’Inter, facile e riconoscibile anche in cinese. Poi sono apparsi Ronaldinho e Cristiano Ronaldo e le cose si sono complicate un po’. Ronaldo è diventato Da-Luo, il grande Ronaldo o, come abbiamo sentito a volte, Fei-Luo e cioè il grasso Ronaldo; Ronaldinho è semplicemente Xiao Luo, il piccolo Ronaldo (anche perché Luo-Na-Ar-Di-Ni-Ao, prima traduzione cinese, non poteva durare); Cristiano Ronaldo invece è un semplice e succosissimo C-Luo, con la “C” maiuscola, pronunciata all’inglese, che fa anche molto marketing.

Pochi problemi per Messi (Mei-Si) e Kaka (Ca-Ca), ci sono grane peggiore anche di Ibrahimovic. Il difensore greco Papastathopoulos – il cui nome è già una sfida anche per gli italiani – diventa Pa-Pa-Se-Ta-Suo-Pu-Luo-Se. Quando invece un telecronista cinese pronuncia un cognome coreano o giapponese, il risultato è del tutto imprevedibile.

Curiosità anche per i giocatori delle squadre asiatiche: qua si è come in famiglia e sia il coreano (come fonetica) sia il giapponese (come scrittura) sono simili al cinese e quindi i loro nomi diventano cinesi in tutto e per tutto. Il nordcoreano Jong Tae-se, soprannominato “il Rooney asiatico”, diventa in cinese Zheng Dashi; Kawaguchi, capitano del Giappone non sarà Ca-Wa-Gu-Ci o qualcosa di simile ma piuttosto un semplice (per i cinesi…) Chuankou Nenghuo ovvero la pronuncia cinese dei caratteri che ne compongono il nome.