Il massacro degli uzbeki
Più di cento vittime e mille feriti negli scontri etnici in Kirghizistan, per la maggior parte di etnia uzbeka
Sarebbero ormai più di cento (117, secondo le fonti di informazione locali) i morti negli scontri nel sud del Kirghizistan tra kirghisi e uzbeki: scontri che però si stanno rivelando sempre più una pulizia etnica nei confronti degli uzbeki. Secondo l’Associated Press gruppi di kirghisi stanno distruggendo e incendiando le case e le città uzbeke e uccidendone gli abitanti, mentre circa 80.000 uzbeki stanno scappando diretti verso il confine con l’Uzbekistan, aperto dalle autorità per far fronte all’emergenza.
Come scrive Reuters, gli uzbeki accusano il governo di non aiutarli in nessun modo: i soldati non li starebbero né proteggendo dalle bande di kirghisi, né controllando le vie di fuga verso il confine. Gli uzbeki parlano di vero e proprio genocidio, e Takhir Maksitov, un’attivista dell’associazione per i diritti umani Citizens Against Corruption, la pensa allo stesso modo.
Reuters riferisce che il governo kirghiso ha dichiarato questa mattina di aver arrestato una “persona nota”, per ora non meglio identificata, sospettata di aver fomentato gli scontri.
L’arresto arriva dopo l’accusa da parte del presidente ad interim Roza Otunbayeva all’ex presidente Kurmanbek Bakiyev — fuggito dal paese lo scorso 15 aprile, al termine di una sanguinosa rivolta — di aver alimentato le violenze etniche. Bakiyev ha negato di essere coinvolto in alcun modo nelle violenze di questi giorni.
Intanto la Russia, che si è finora rifiutata di intervenire malgrado le richieste del governo kirghiso, ha mandato nel paese circa 150 soldati per proteggere le sue basi militari.
Aggiornamento: Reuters riporta che secondo il leader uzbeko almeno 200 uzbeki sarebbero morti negli scontri.