Qualcuno seguirà Scajola?
Nuovi dettagli sul coinvolgimento di Lunardi e Matteoli nell'inchiesta Grandi eventi
Sparita dalle prime pagine a causa della legge sulle intercettazioni e della manovra finanziaria, l’inchiesta “Grandi eventi” su Anemone e Balducci è tutt’altro che chiusa. E oggi su Repubblica Francesco Viviano racconta di come Claudio Scajola potrebbe non essere stato l’unico ministro a usufruire dei favori della “cricca”. Pietro Lunardi, ex ministro per le infrastrutture, avrebbe usufruito di ristrutturazioni immobiliari gratuite.
Lo dimostrano, come nel caso Scajola, le fatture sequestrate dai carabinieri negli uffici dell’impresa Anemone e del suo commercialista, Stefano Gazzani. Nel corso della stessa perquisizione in cui fu trovato l’ormai noto “libro mastro” di Anemone, nel quale l’imprenditore aveva annotato puntigliosamente tutti i lavori compiuti per personaggi eccellenti della politica, funzionari pubblici e “amici degli amici”.
Lunardi è stato coinvolto da Laid Ben Hidri Fathi, il tuttofare tunisino che il 25 marzo scorso rivelò ai magistrati di essere la persona che fisicamente teneva i contatti coi politici e portava loro soldi e tangenti. Tra i nomi che fece, quello di Lunardi.
L’attenzione degli investigatori della Procura di Firenze si accentra sui lavori che una delle imprese di Anemone ha fatto in una proprietà della famiglia Lunardi a Basilicanova, nella campagna di Parma. Nel 2005 la ristrutturazione della dependance della villa (lavori il cui costo è tra i 100 e 150mila euro) è affidato all’impresa Anemone dopo che Balducci aveva presentato l’imprenditore romano a Lunardi. Per l’ex ministro però c’è anche da spiegare l’acquisto di un elegante appartamento nel centro di Roma, in via Valdina, acquistato con un mutuo da 2,8 milioni di euro. L’alloggio in questione sarebbe stato acquistato da un ente del Vaticano grazie alla raccomandazione di Angelo Balducci, che anche in questa occasione si sarebbe avvalso della collaborazione dell’architetto di Diego Anemone, Zampolini.
Di Lunardi e Scajola sappiamo, quindi. Ma c’è un terzo politico di centrodestra, anche lui un ministro, dentro l’inchiesta “Grandi eventi”.
Matteoli, come risulta da alcuni interrogatori depositati tre giorni fa, si sarebbe adoperato durante un pranzo all’Harry’s bar di Roma con Verdini e Fusi per favorire quest’ultimo nell’appalto per la scuola dei Marescialli a Firenze. Lo chiamano in causa due suoi funzionari, il capo dell’ufficio legale, Mastrandrea ed il capo di Gabinetto, Claudio Iafolla.
Matteoli ha detto di avere “completa fiducia nella magistratura”, argomentando però in modo poco chiaro che “non ci appartiene l’uso del tema della legalità come strumento di lotta politica per abbattere l’avversario e peggio ancora se c’è l’avversario interno”. Cosa intende Matteoli? Che dietro il suo coinvolgimento nell’inchiesta ci sia un avversario politico, e che questo avversario sia interno al centrodestra?