Cosa succede in Kirghizistan
Almeno 23 morti e 338 feriti negli scontri etnici tra chirghisi e uzbeki a Osh, nel sud del paese
Aggiornamento: le vittime sono salite a 23, i feriti a 338.
Come riporta l’agenzia Reuters, le autorità kirghise hanno annunciato che sono almeno 17 i morti e 201 i feriti negli scontri di ieri notte a Osh, la seconda città più grande del Kirghizistan, nel sud del Paese. Alla radice degli scontri ci sarebbero le tensioni tra kirghisi e uzbeki, due gruppi etnici in conflitto tra loro dalla frammentazione dell’ex Unione Sovietica.
Il caos di ieri arriva a poco più di due mesi dalla rivolta contro le forze governative, che il 15 aprile scorso ha portato alla fuga dell’ex presidente Kurmanbek Bakiyev e alla creazione di un governo a interim, attualmente guidato da Roza Otunbayeva. La rivolta, che ha portato alla morte di almeno 75 persone, era nata per combattere la corruzione e il costo della vita sempre più alta; i manifestanti avevano combattuto occupando la televisione di stato, l’aeroporto e diversi edifici governativi. Da allora, la situazione non è mai tornata del tutto alla calma, e si temeva che la tensione potesse sfociare in scontri come quello di ieri.
Il portavoce del presidente, Farid Niyazov, ha dichiarato che gli scontri hanno coinvolto tra le mille e le tremila persone, che hanno iniziato combattendo nelle strade con sbarre di metallo e mani nude, passando poi alle armi da fuoco. Non è chiaro cos’abbia scatenato delle violenze così improvvise. Secondo le parole del presidente durante un discorso alla nazione, a scatenare le violenze potrebbe essere stata una piccola scintilla, un litigio avvenuto in un casinò della città. La situazione sarebbe poi degenerata a causa della rivalità tra i due gruppi etnici della nazione.
Secondo i dati di Wikipedia, i kirghisi costituisono il 65% della popolazione, a fronte del 22% russo e 13% uzbeko. L’area in cui è situata la città di Osh — la valle di Fergana — è la più problematica della nazione, e il numero degli abitanti uzbeki è più alto. Dopo la dissoluzione dell’URSS, nel 1990 gli scontri tra kirghisi e uzbeki per la ridistrubuzione di terre e case portarono a 200 morti.
Il ministro dell’interno ha dichiarato che la situazione nella città è tornata sotto controllo. Sono state almeno cinque le persone arrestate, e altre se ne aggiungeranno. I presidenti dei paesi limitrofi Russia e Cina, Dimitry Medvedev e Hu Jintao, hanno commentato sugli scontri durante un summit in Uzbekistan, augurandosi un ritorno alla calma in Kirghizistan.