L’Italia vista dal resto del mondo
Il sito Zonal Marking passa al microscopio la squadra che rappresenterà l'Italia in Sudafrica
Siamo meno forti di quattro eravamo anni fa, ma anche meno scarsi di quanto temiamo alla vigilia dell’esordio. Questo, in breve, il verdetto di Zonal Marking, il sito di maniaci della tattica che sta passando in rassegna tutte le squadre che parteciperanno ai mondiali in Sudafrica.
Nessuno parla dell’Italia: nonostante siano i campioni uscenti, nonostante la cavalcata delle qualificazioni, nonostante il tabellone garantisca loro in assoluto il più facile dei cammini verso la finale. Il pessimismo è frutto essenzialmente della mancanza di qualità, sia dei singoli che della squadra, e dalle prestazioni degli ultimi quattro anni. Stelle come Gianluca Zambrotta, Fabio Cannavaro, Rino Gattuso e Andrea Pirlo sono ancora capaci di grandi cose, ma non sono lontanamente i giocatori di quattro anni fa. Se l’Italia vuole disputare un buon torneo, ha bisogno che altri salgano in cattedra. I giocatori chiave sono Daniele De Rossi, Giorgio Chiellini e Alberto Gilardino: alcuni tra i più forti giocatori della serie A, attesi alla riconferma sulla scena mondiale con gli Azzurri.
Leggere la nazionale italiana è particolarmente complicato perché dal punto di vista tattico Lippi è “completamente imprevedibile”. Ha provato il 4-2-3-1, il 4-3-3, il 4-4-2, il 3-4-1-2 e il 4-3-2-1; ha promesso grande elasticità tattica durante le partite e ha scelto che giocatori convocare sulla base della loro duttilità. Fatta questa premessa, secondo Zonal Marking l’undici titolare dovrebbe essere sistemato in campo con 4-2-3-1, pronto a diventare un 4-3-3 secondo la fase di gioco, con Montolivo in bilico tra il ruolo di playmaker e quello di incursore. Due mediani a proteggere la difesa (De Rossi e Palombo, che si giocherà una maglia con Gattuso), due difensori centrali bloccati dietro (Cannavaro e Chiellini) e due terzini bravi a spingere. Zambrotta avrà certamente un posto, ma ancora non si sa quale: a destra se a sinistra giocherà Criscito, a sinistra se a destra giocherà Maggio. Poi c’è l’attacco.
Dall’attacco potrebbe dipendere tutto il resto, visto che Lippi è solito far giocare come esterni d’attacco giocatori che nei loro club vengono impiegati come punte. Vincenzo Iaquinta gioca spesso a destra, nonostante sia più una punta centrale che un’ala. Dall’altra parte dovrebbe giocare Antonio Di Natale, più a suo agio nel ruolo, reduce da una brillante stagione da capocannoniere della serie A. La punta centrale dovrebbe essere Alberto Gilardino, un giocatore meraviglioso dai movimenti eccellenti, spesso sul filo del fuorigioco: l’erede naturale di Pippo Inzaghi in quanto a liti coi guardalinee. Giampaolo Pazzini è un’alternativa più tradizionale, da bomber più classico.
Qui vengono i nodi. Perché questo attacco funziona bene in teoria, meno nella pratica. E potrebbe funzionare meglio se Lippi schierasse sugli esterni due ali pure, invece che due giocatori fuori ruolo. Ma questo ci riporta al principale punto debole di questa nazionale: la fantasia.
Quello che davvero manca all’Italia è un trequartista, giocando senza Francesco Totti per la prima volta dal 1998. Nessuno degli attaccanti può giocare in quel ruolo, e quindi potrebbe toccare a Pirlo o Montolivo spostarsi in quel ruolo, se l’Italia dovesse averne bisogno nel corso della partita.
A Lippi non mancano però soluzioni e idee. Quattro anni fa convocò sei attaccanti – Totti, Gilardino, Iaquinta, Toni, Del Piero, Inzaghi – e riuscì incredibilmente a farli segnare tutti, ognuno quando serviva, grazie a una gestione tattica praticamente perfetta. Potrebbe succedere ancora.
L’Italia dovrebbe superare il girone passeggiando, lo stesso vale per gli ottavi di finale. Ai quarti dovrebbe incrociare la Spagna, come agli europei di due anni fa. La difesa farà bene, nonostante l’età di Cannavaro. La chiave starà in come Lippi fronteggerà la mancanza di fantasia dovuta all’assenza di Pirlo e di un giocatore come Totti. La grande abilità tattica del ct italiano può sorprendere e dare risultati migliori di quelli che ci si aspettano, ma l’Italia ha meno possibilità di vittoria di quelle che aveva quattro anni fa.