Assegni di invalidità alle persone down: tagliati
Il governo alza la soglia d'invalidità richiesta per avere l'assegno, e le persone down rimangono fuori
La manovra finanziaria promossa dal governo taglia parecchia roba che altri paesi non si sono sognati di tagliare, durante la crisi, come gli investimenti sulla scuola, gli stipendi degli impiegati nonché vari programmi di welfare a sostegno delle categorie più svantaggiate. Una di queste discutibili misure è contenuta nell’articolo 10 della manovra, che alza all’85 per cento il grado di invalidità richiesto per ricevere un assegno mensile dallo stato (parliamo di poco più di duecento euro, e solo per chi ha redditi molto bassi). Una volta tradotta in legge, questa misura avrebbe la conseguenza di escludere dal programma di welfare tutte le persone affette da sindrome di down, per la quale viene concessa un’invalidità al 75 per cento.
Il governo dice che alzando la soglia si combatteranno i falsi invalidi, facendo sì che possano pesare meno sulle spalle dello stato. Si tratta però di una motivazione bizzarra, inefficace e soprattutto profondamente sbagliata. Bizzarra perché le inchieste sui falsi invalidi mostrano come il problema stia spesso nell’assenza di controlli e nelle pensioni elargite come clientele dagli stessi amministratori pubblici, piuttosto che nelle persone che si fingono sorde o handicappate. Inefficace perché comunque è complicato che una persona sana possa fingersi affetta da sindrome di down. Profondamente sbagliata perché, ammesso che la ratio della norma sia combattere i falsi invalidi, un governo degno di questo nome non risponde a un’ingiustizia con un’altra ingiustizia.
Nei giorni scorsi si è occupato della questione il Fatto, che ha raccolto anche l’opinione allarmata di diverse associazioni a sostegno dei disabili.
Pietro Vittorio Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, non crede ai suoi occhi. Legge e rilegge l’articolo 9 della manovra anti sprechi là dove si spiega che la soglia dell’handicap per cui è previsto il mantenimento dell’assegno di assistenza passerà dal 74% all’85%. Quasi tutti i 38mila down italiani hanno un handicap riconosciuto del 75%, e resteranno quindi tagliati fuori dal contributo. “Si tratta di 256 euro al mese. La finanziaria li ha cancellati così, in due righe”. Secondo il governo, la misura è un efficace antidoto contro i falsi invalidi e le truffe allo Stato. Ma Barbieri scuote la testa: “Qui si mettono in gioco i diritti fondamentali dell’individuo. I falsi invalidi, secondo il ministro Tremonti, sarebbero le persone ai margini della società che – alla faccia del principio costituzionale della non discriminazione e del pieno sviluppo della personalità – vengono private dell’unica misura nazionale capace di incentivare la permanenza nel contesto familiare. Un aiuto che restituisce una seppur minima opportunità di inclusione sociale”. Perché, a essere precisi, i 256 euro vanno solo a chi è iscritto alle liste di collocamento in quanto disoccupato e dichiara un reddito annuo non superiore ai 4.408 euro.
(la foto è stata esposta all’interno della mostra “Down click”, realizzata grazie alla collaborazione
degli studenti del Dipartimento di Fotografia dell’Istituto europeo di design di Roma)