La guerra delle news su iPad
Il New York Times ottiene che sia rimossa l'applicazione Pulse, un super lettore di feed
Gli editori dei giornali non temono solamente il calo delle vendite in edicola a causa dell’informazione online, ma anche la possibilità che i loro articoli proposti in Rete non vengano valorizzati a sufficienza e si rivelino così poco redditizi. Il controllo di come vengono utilizzati i contenuti a volte si rivela maniacale. Per esempio, dopo esser venuti a conoscenza di Pulse News Reader, una applicazione per iPad che concentra in una sola schermata i contenuti pubblicati online da diversi quotidiani, i legali della New York Times Company hanno deciso di scrivere ad Apple per chiedere l’immediata rimozione del programma (una delle bizzarrie di questa storia è che a dare ampio spazio e visibilità a Pulse era stato Bits, il blog tecnologcio del New York Times)
Nonostante l’applicazione fosse stata presentata anche da Steve Jobs nel corso del suo keynote di lunedì, la società che controlla il New York Times ha ottenuto che Pulse News Reader venisse rimosso dall’App Store. Secondo i legali della compagnia, il programma propone una serie di contenuti ottenuti direttamente dai siti web NYTimes.com e Boston.com, ma senza le opportune autorizzazioni. Per fare ciò, l’applicazione utilizza i feed RSS messi gratuitamente a disposizione dei lettori dei due giornali per ricevere gli aggiornamenti sugli ultimi articoli. Pulse News Reader, spiegano i legali, è un programma a pagamento e dunque lucra sui contenuti forniti dalle testate della New York Times Company, violando le politiche della società.
In realtà, l’applicazione non è rimasta a lungo fuori dall’App Store. Nel pomeriggio di martedì, i responsabili di Pulse News Reader hanno confermato su Twitter la riammissione del loro programma. Apple ne aveva probabilmente sospeso la vendita in attesa di verificare la fondatezza delle richieste ricevute dalla New York Times Company, che del resto distribuisce una propria applicazione per gli iPhone e gli iPad.
Il comportamento dei legali del New York Times ha colto di sorpresa utenti ed esperti: i feed RSS sono messi a disposizione da buona parte dei siti di informazione online e vengono utilizzati nei browser, nelle applicazioni dei telefoni cellulari e da alcuni software per computer. Molti di questi programmi sono a pagamento e dunque non fanno qualcosa di molto diverso da Pulse News Reader, eppure gli avvocati della New York Times Company non hanno mai richiesto la rimozione di quei programmi dal mercato.
Per i dispositivi mobili come l’iPad, gli editori sembrano essere intenzionati a sperimentare un modello diverso da quello finora utilizzato online. L’idea è quella di offrire applicazioni dedicate per la lettura dei loro contenuti a pagamento, lasciando da parte i loro portali in Rete per chi si collega utilizzando un computer. Le applicazioni come Pulse News Reader fanno quindi concorrenza agli editori con i loro stessi contenuti, da qui i goffi tentativi di farli rimuovere dal mercato.