Tokyo blocca il film sul massacro dei delfini
"The Cove", premio Oscar come miglior documentario, racconta il massacro dei delfini nella baia di Taiji
Ric O’Barry è divenuto celebre negli anni ‘60 come il miglior addestratore di delfini al mondo grazie al suo lavoro per la serie tv Flipper. Solo anni dopo, a seguito della morte tra le sue braccia del delfino suicida Kathy, si è reso conto dell’impero di biglietti d’ingresso e prigionia che aveva in parte contribuito a creare. Ha quindi deciso di redimersi, dedicando la sua vita alla liberazione dei delfini, prima puntando il dito contro i parchi acquatici e poi andando alla radice del problema: investigando sul Covo, una piccola laguna inaccessibile a Taiji, in Giappone. Un luogo dove per sei mesi l’anno i delfini vengono illegalmente uccisi e venduti ai ristoranti giapponesi, e illegalmente catturati e venduti ai delfinari di tutto il mondo, dove il destino di metà di loro sarà comunque morire entro due anni, stressati dall’impossibilità di movimento e soprattutto dall’eccessivo rumore che hanno continuamente intorno. L’udito è il loro senso più acuto, in grado di sentire il nostro battito del cuore a decine di metri di distanza, e per loro i filtri delle piscine e le urla dei bambini sono né più né meno che una tortura.
Sotto la supervisione di O’Barry, il regista Louie Psihoyos — inserito da Fortune nella lista dei migliori dieci fotografi naturalisti in circolazione — ha messo insieme una squadra che lui stesso chiama gli Ocean’s Eleven, composta dai due detentori del record del mondo di immersione, da un organizzatore di grandi festival musicali per la parte logistica, da un biologo marino per i rilevamenti sulla condizione dei delfini e dai ragazzi della Industrial Light & Magic — quelli degli effetti speciali di film come Harry Potter, Iron Man e Indiana Jones — per la creazione di telecamere/roccia e telecamere/rami da mimetizzare tra la vegetazione. Il risultato dell’incursione clandestina del team nella baia di Taiji è The Cove, il film che ha vinto il premio come miglior documentario agli ultimi Oscar.
Dopo mesi di proteste da parte del governo giapponese per i contenuti del film, Reuters riporta che l’uscita del film a Tokyo è stata bloccata dopo le proteste dei conservatori, che la considerano un’opera contro la nazione. Le proiezioni sono state sospese anche a Osaka, ma un portavoce anonimo della Unplugged, la casa distributrice del film, ha dichiarato di essere ancora in contatto con 23 cinema sparsi per il Giappone. O’Barry, che dopodomani arriverà in Giappone, ha definito la censura “una minaccia per la democrazia. Non ha senso che una minoranza di estremisti tolga il diritto alla visione alla maggioranza dei cittadini”. Il blocco del film arriva solo pochi giorni dopo la decisione dell’Australia di denunciare alla Corte di Giustizia Internazionale la caccia alle balene e ai cetacei da parte del Giappone.
In Italia, The cove sta ancora aspettando di uscire al cinema. Sono già in programma il passaggio a settembre su Current TV e l’uscita in dvd per Feltrinelli.