È nata un’androide
È uscito The ArchAndroid, il secondo disco di Janella Monáe di cui la stampa americana è innamorata
Janella Monáe ha venticinque anni, è nata a Kansas City e si è trasferita a New York per studiare teatro alla American Musical and Dramatic Academy. Ballerina, nel corso degli studi ha abbandonato l’idea di far carriera a Broadway per passare al canto. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo disco, Metropolis, quattro canzoni che componevano la prima parte di un progetto che la cantante ha proseguito nel nuovo The ArchAndroid, un concept album di fantascienza ispirato al mondo di Metropolis, film del 1929 di Fritz Lang, e a quelli di Terminator e dei libri di Philip Dick.
Gran parte della stampa specializzata statunitense si è innamorata di Janella Monáe (si pronuncia Monéi) e del suo ultimo disco, tra i quali Newsweek, che apre così la sovreccitata recensione dell’album:
I critici sono restii ad ammetterlo, ma ogni tanto incrociamo un album di una bellezza così evidente che scriverne una recensione convenzionale sembrerebbe noioso. Quando un’uscita viene annunciata da così tante voci — sulla stampa, in televisione, nella blogosfera — tutto quello che ci rimane da dire è, sì, il disco di cui stiamo parlando è veramente fantastico: fine della storia. Questo è quello che è successo con Janelle Monáe, una cantante così entusiasmante che i giornalisti stanno cercando a fondo nel loro lessico nella speranza di trovare nuovi modi per esprimere la loro ammirazione.
L’annientamento del concetto di “genere musicale” non è cosa nuova, e ormai non si contano più i cantanti e i gruppi che mescolano questo con quell’altro. The ArchAndroid porta questo fenomeno a un livello successivo, come se far convivere suoni e atmosfere diversi tra loro non sia più un’operazione ricercata ma semplicemente il modo di fare le cose. Ecco una lista di ingredienti che potete trovare nel disco che probabilmente vi confonderà solo le idee: basi r’n’b, ritornelli da discomusic, chitarre rock, ritmi funk, elettronica vecchia e nuova, arpeggi da cantautrice, percussioni afro, stralci di musica classica, tutto amalgamato dalla voce soul di Monáe. Il risultato sono canzoni di musica teoricamente “snob” che suonano come singoli di Beyoncé.
Il tutto, come detto, in un concept album: siamo nel 2719, Cindi Mayweather — l’alter ego androide di Monáe — si innamora di un uomo che a causa delle restrizioni della società in cui vive non può però frequentare. Cindy si fa quindi capo di un movimento che porterà i cittadini a ribellarsi e, come da copione, ritrovare la libertà.
Anche se vi darà solo un’idea parziale del lavoro di Janella Monáe, il singolo Tightrope, prima nella versione del video ufficiale, poi live da David Letterman.