Giappone, ci prova Kan
Il nuovo primo ministro del Giappone dovrebbe essere Naoto Kan, l'attuale ministro dell'economia
Il più probabile successore di Yukio Hatoyama, il primo ministro giapponese che ha da poco rassegnato le dimissioni, è l’attuale ministro dell’economia Naoto Kan. Il sostegno politico del Partito Democratico per il nuovo candidato premier non manca, e l’unico avversario, l’outsider Shinji Tarudoko, non dovrebbe costituire un grande problema per Kan. La crisi politica in Giappone si è aperta in seguito al mancato mantenimento delle promesse sulla base americana di Okinawa: in campagna elettorale Hatoyama aveva promesso di spostare l’insediamento militare, cosa rivelatasi impraticabile per l’opposizione statunitense.
Naoto Kan potrebbe ricevere l’incarico di primo ministro già nella giornata di domani. Il ministro dell’economia giapponese ha 63 anni, è in carica dallo scorso gennaio ed è stato anche vicepremier di Hatoyama. Kan è un personaggio di spicco del Partito Democratico giapponese e negli anni Novanta è divenuto molto celebre per aver portato alla luce uno scandalo su alcune trasfusioni di sangue contaminate dal virus dell’HIV.
Laureato nel 1970 presso il Tokyo Institute of Technology, nel 1980 Kan conquista un seggio alla Camera nella Federazione socialista democratica. Nel 1996 è ministro della salute, mentre nel 1998 si dimette dal Partito democratico dopo aver ammesso di non aver pagato i contributi per il sistema pensionistico per una decina di mesi. Successivamente Kan succede a Hatoyama alla guida del partito e nel 2003 diviene uno dei principali volti della campagna elettorale della colazione del Partito democratico. L’anno seguente la mancata dichiarazione di alcune rendite porta Kan a dimettersi dalla posizione di leader del partito. Per la sua indole aggressiva e per il forte temperamento, l’attuale ministro viene spesso definito “Ira-Kan”.
Oltre a Kan nel corso delle ultime ore sono circolati i nomi del ministro degli esteri, Katsuya Okada, e il ministro dei trasporti, Seiji Maehara, come potenziali rivali per l’incarico da primo ministro. Okada e Maehara hanno però confermato la loro intenzione di sostenere Kan per garantire una rapida transizione verso un nuovo governo. Shinji Tarudoko ha invece confermato di voler presentare la propria candidatura e potrebbe ricevere il sostegno della componente più giovane del partito.
Viste le oggettive difficoltà di Hatoyama, negli ultimi mesi Kan si è mostrato molto cauto nell’esporsi troppo davanti all’opinione pubblica molto critica nei confronti del governo. Le idee del ministro dell’economia su alcuni dei principali problemi del Giappone sono comunque chiare, come dimostra la breve rassegna del Wall Street Journal sulle dichiarazioni negli anni di Kan.
Okinawa: «Anche se la base militare di Futenma non dovesse trovarsi più a Okinawa non dovrebbe essere necessariamente un grande svantaggio per la sicurezza del Giappone» dichiarò Kan nell’agosto 2001. E ancora, un anno dopo: «Un’amministrazione guidata dal Partito Democratico dovrà chiedere agli Stati Uniti di considerare seriamente la possibilità di smobilitare i militari dalla base di Okinawa».
Moneta: Kan ha messo di frequente in discussione il delicato tema dello Yen forte che in molti casi complica le esportazioni dal paese. Gennaio 2010: «Ci sono molte voci nel mondo degli affari sul fatto che un dollaro a 95 yen sia un valido rapporto per il commercio… di concerto con la Banca del Giappone, cercherò di darmi da fare per portare il cambio a un livello più appropriato».
Riforme: croce e delizia di ogni governo, per Kan andrebbero affrontate per rilanciare la politica e le stesse sorti del Giappone. Nel 1996 il probabile nuovo primo ministro dichiarava alla stampa: «La nostra nazione viaggia col pilota automatico, con politiche messe in piedi dai burocrati… Bisogna staccare l’autopilota. Se non sarà così, la nostra nazione avrà un incidente. La nostra nazione ha perso la sua traiettoria».