La guerra di M.I.A. al New York Times
Lynn Hirschberg ha scritto un lungo articolo sulla cantante, che non lo ha apprezzato
M.I.A. è molto famosa negli Stati Uniti, un po’ meno in Italia. È una cantante inglese di origine singalese tamil, ex writer e filmmaker, in grado di alternare e coniugare elettronica, hip-hop e funk con il pop da classifica.
Il singolo XXXO ha da poco anticipato l’uscita del suo nuovo album, l’ingooglabile ///Y/ (la trascrizione in simboli di “Maya”, il suo vero nome), e per l’occasione il Magazine del New York Times le ha dedicato domenica un lunghissimo articolo, in cui la giornalista Lynn Hirschberg ha descritto senza remore il personaggio, in tutte le sue contraddizioni. Per capirci, Crimini di guerra e patatine fritte è la scritta che potete trovare in apertura su un suo blog, ed è in grado di passare senza problemi dal modello Lady Gaga a quello di attivista politica, confezionando video di denuncia come l’ormai famoso Born free, girato dalla superstar del videoclip Roman Gavras (attenzione: contiene scene forti).
M.I.A. aveva già avuto un precedente scontro col New York Times dopo un articolo critico sulla violenza in Sri Lanka. Cos’è successo dopo l’uscita del ritratto sul Times Magazine? Che M.I.A. si è arrabbiata. Molto. Tra le tante imprecisioni rilevate dalla cantante nell’intervista, l’ha particolarmente infastidita un passaggio in cui — secondo quanto scritto dalla giornalista — avrebbe detto di essere stufa delle popstar che inneggiano alla pace senza conoscere realmente le condizioni dei paesi di cui parlano. Più che “diamo una possibilità alla pace”, secondo M.I.A., agli ultimi Grammy Bono avrebbe dovuto dire “diamo una possibilità alla guerra”. Un’affermazione evidentemente provocatoria che, come prevedibile, ha fatto nascere qualche polemica.
In risposta all’articolo di cui era insoddisfatta, M.I.A. ha esortato i suoi fan a telefonarle per discutere della fondatezza o meno dell’articolo, scrivendo sul suo twitter “CALL ME IF YOU WANNA TALK TO ME ABOUT THE N Y T TRUTH ISSUE, ill b taking calls all day bitches”, con in fondo un numero di telefono. Che però era quello di Lynn Hirschberg, la giornalista del New York Times. Che a sua volta ha risposto alla cantante, definendo l’attacco “tanto fastidioso quanto prevedibile”.
Ma M.I.A. non si è fermata qui, e i media americani si sono molto appassionati allo scontro in questi giorni. Ha infatti postato sul blog l’audio originale di parte delle interviste con Hirschberg, che non ricalcano esattamente ciò che la giornalista ha poi scritto e mostrano una sua volontà di mettere in contraddizione lo stile di vita di M.I.A. e le sue dichiarazioni politiche. Anche se non cambiano molto la sostanza della descrizione del personaggio. Ciliegina sulla torta, la cantante di origini tamil ha composto al volo anche una canzone contro la giornalista, intitolata I’m a singer, che contiene versi come “Why the hell would a journalist be thick as shit?”, “Perché un giornalista dovrebbe essere così idiota?” (un po’ più greve, ok). Il pezzo, scaricabile gratuitamente sul blog, non è niente male.
Aggiornamento: il New York Times, nella sua rubrica quotidiana Corrections, ha rettificato proprio il passaggio dell’intervista in cui M.I.A. citava Bono e diceva “diamo una possibilità alla guerra”, spiegando che le frasi pronunciate dalla cantante sono state effettivamente rimontate, e non sono state dette nell’ordine riportato dalla giornalista. La sostanza del messaggio in realtà non cambia particolarmente, ma — nonostante i metodi non proprio raffinati — sulla carta M.I.A. sembra aver vinto la guerra con il New York Times.