Come funziona l’embargo a Gaza
Un'infografica dell'Economist aiuta a capire quali beni possono entrare a Gaza e quali no
Dell’embargo a Gaza – di quando è iniziato, di quali sono le ragioni addotte da Israele per motivarlo – abbiamo scritto qui. Il sito dell’Economist pubblica invece uno schema che descrive quali merci possono passare il confine, previo il controllo delle autorità, e quali no. Ovviamente parliamo dei valichi con Israele: il valico di Rafah, al confine con l’Egitto, è stato chiuso del tutto dal governo egiziano quando Hamas ha preso il potere nel 2007 ed è stato riaperto ieri, in conseguenza dell’assalto alla Freedom Flotilla.
Questa lista è solo un estratto. La lista intera ovviamente è molto più lunga: contiene una casistica infinita e nessuna descrizione dei criteri usati per la sua redazione (come spesso accade per le liste di questo tipo, alcune cose sembrano non avere del tutto una spiegazione).
Cose che non possono essere introdotte a Gaza: frutta in scatola, frutta secca, carne fresca, noce moscata, coriandolo, zenzero, canne da pesca (con relative lenze e ami), stoffe per fare vestiti, noci, semi, polli e incubatoi per polli, asini, cavalli, capre e genericamente bestiame, strumenti musicali, giornali e legname da costruzione.
Cose che possono essere introdotte a Gaza: frutta fresca, frutta surgelata, carni e verdure surgelate, riso, ceci, fagioli, pesce surgelato, semi di anice, cannella, pepe nero, vestiti, contenitori di cartone per il trasporto di pulcini, cibo per animali, fieno, medicine e attrezzature mediche, fertilizzanti chimici e pesticidi, legno per porte e finestre.