Putin contestato da un cantautore, a tavola e in diretta TV
Il primo ministro russo è stato criticato per le politiche del governo che reprimono le libertà dei cittadini
Quando il primo ministro russo, Vladimir Putin, ha deciso di partecipare a un incontro per promuovere un concerto di beneficenza difficilmente immaginava di poter essere contestato in diretta televisiva. Seduto a una tavola imbandita per una colazione con parte dell’élite culturale della Russia, Putin ha avuto un acceso confronto con il musicista Yury Shevchuk, che nel corso del proprio intervento ha criticato le politiche oppressive del governo soprattutto sulla gestione della libertà di stampa e di pensiero. Affermazioni che Putin non ha gradito per nulla e che ha cercato di smontare rispondendo nervosamente al proprio interlocutore davanti alle telecamere.
Nonostante l’imprevisto, il governo ha deciso di non nascondere quanto accaduto (con le immagini in circolazione da ore sulla Rete sarebbe stato difficile) e ha messo a disposizione dei cittadini russi la trascrizione dell’incontro per il concerto di beneficenza. Alcuni passaggi del dialogo tra Putin e Shevchuk testimoniano efficacemente la tensione tra i due interlocutori:
Shevchuk: Deve sapere che uno dei suoi assistenti – non ricordo il suo nome – mi ha chiamato ieri e mi ha chiesto di non mettere in piazza nessun particolare problema, di ordine politico o altre cose…
Putin: Scusi, si può presentare?
S: Yury Shevchuk, musicista.
P: Yury, questa è una provocazione.
S: Provocazione, ah certo certo…
P: Il mio assistente non l’avrebbe mai chiamata per dirle una cosa del genere.
S: Ok, non un suo aiutante, qualcuno un po’ lunatico, già…
Davanti a un Putin visibilmente irritato, Shevchuk ha poi parlato a lungo rivolgendo al primo ministro numerose domande sull’economia, sulle disparità nel mercato del lavoro e sulla libertà di stampa e di pensiero:
Prima di tutto la libertà. È una parola così importante, libertà… La libertà della stampa, la libertà dell’informazione. Ciò che sta accadendo nel paese… Viviamo in una società che è rimasta uguale nei secoli. Ci sono nobili ricchi con i loro privilegi e la gente comune che lavora duramente… E c’è un immenso divario tra queste dure realtà. Sono sicuro che lei capisce queste cose. […] L’unica soluzione possibile è una società civile compiuta e uguaglianza per tutti, davanti alla legge, per lei, per me e per chiunque altro. Solo così potremo andare avanti. […] Ma per arrivare a questo, abbiamo bisogno della libertà di stampa che ora manca. Ci sono un quotidiano e mezzo in tutto il paese. Lo stesso si può dire per la televisione. Ciò che vediamo in TV non può essere chiamato nemmeno lontanamente un dibattito: è sempre la solita tiritera.
Rispondendo al proprio interlocutore, Putin ha confermato che senza democrazia la Russia non potrà mai avere un futuro: «un individuo può costruire qualcosa sulla base delle proprie capacità solamente in una società libera». ll confronto si è poi spostato sul ruolo delle forze di polizia, accusate spesso dagli attivisti di curarsi poco delle effettive esigenze della popolazione:
Putin: Lei ha detto che i poliziotti prestano servizio solo per i loro superiori, non per la gente.
Shevchuk: In genere è così. Per esempio, ho partecipato alla Marcia dei Dissidenti e c’erano circa 500 partecipanti e quasi 2.500 forze speciali di polizia. Per cosa, abbiamo forse ferito o ucciso qualcuno?
P: Io non l’ho interrotta quando stava parlando. Non trasformi questa discussione in un litigio rumoroso! […] Ci sono regole che sanciscono che questi eventi debbano essere controllati dalle forze di polizia locale. Dobbiamo anche pensare ai diritti di coloro che non partecipando alle “marce di dissidenti o sostenitori del governo”. […] Se vedo la gente andare in strada non solo per promuovere se stessa, ma per dire qualcosa di importante e rilevate e attirare l’attenzione del governo su alcuni problemi, non c’è nulla di sbagliato in questo. Li ringrazierò. […]
S: Le sue parole hanno un peso, le utilizzi…
P: Io peso 76 chilogrammi.
S: Santo cielo!
Le rassicurazioni del primo ministro russo si sono però scontrate con la realtà dello scorso lunedì. Le forze dell’ordine sono intervenute in alcune città per disperdere alcuni manifestanti scesi in piazza per difendere i loro diritti costituzionali. Almeno un centinaio di manifestanti sono stati arrestati nelle sole città di Mosca e San Pietroburgo.