Dudus è in Giamaica, ma non si trova
76 vittime e 700 arrestati negli scontri a Kingston
Il numero delle vittime è salito a 76, quello degli arrestati a 700, ma le forze dell’ordine di Kingston non sono ancora riuscite a trovare il trafficante d’armi e di droga Christopher Coke, soprannominato “Dudus” e “The President”. La caccia è partita il 17 maggio scorso, all’annuncio del presidente giamaicano Bruce Golding del via libera all’estradizione di Coke negli Stati Uniti.
Gli uomini di Dudus avevano eretto barricate nei due quartieri di Denham Town e Tivoli Gardens, sostenuti da buona parte dei cittadini, a cui Coke garantiva sicurezza e un minimo sostentamento economico. Gli scontri con i soldati giamaicani sono durati una settimana, e anche se in questi ultimi giorni le cose si sono parzialmente calmate rimane il problema più grande: scovare Coke. La settimana scorsa i media giamaicani avevano ipotizzato che il trafficante fosse fuggito dalla Giamaica — nonostante il blocco dei voli — ma, come riporta il Jamaica Observer, ieri l’intelligence giamaicana ha affermato di essere certa della presenza di Coke sull’isola.
“Le ultime informazioni ci dicono che Coke è ancora nella nostra giurisdizione”, ha dichiarato Owen Ellington, commissario di polizia. “Sta scappando, ma noi lo prenderemo, eseguiremo il mandato e lui dovrà vedersela con la giustizia. Il problema è che lui e i suoi sostenitori pensano che sia al di sopra la legge. È convinto che non dovrebbe essere arrestato e che non dovrebbe essere processato per i crimini che ha commesso all’estero.”
Il via libera all’estradizione di Coke è arrivata dopo lunghe insistenze della Casa Bianca sul presidente Golding, che come molti cittadini aveva un accordo implicito di non belligeranza con il trafficante.