Perché negli USA rubano meno quadri?
Musei più controllati ed edifici recenti sono il segreto per tenere i ladri alla larga, ma non funziona sempre
Dal Museo di arte moderna di Parigi la scorsa settimana sono stati rubati alcuni dipinti per un valore complessivo che supera i 100 milioni di Euro. Un colpo da film tale da sorprendere esperti e appassionati d’arte, che ora si interrogano sulla sicurezza dei musei nei quali sono custodite le opere d’arte. Sul Washington Post, Jacqueline Trescott e Dan Zak si chiedono invece: perché i furti di opere d’arte avvengono spesso in Europa, mentre negli Stati Uniti sono cosa rara? Quadri, statue e documenti di valore inestimabile ci sono anche oltreoceano, eppure i furti clamorosi si contano sulle dita di una mano.
La risposta potrebbe essere che i musei degli Stati Uniti sono più recenti, meno numerosi, meno esposti e i musei di Washington, benché non siano impenetrabili, sono più minacciosi rispetto ai loro omologhi europei. La capitale brulica di guardie armate ed è lontana da un confine internazionale, osserva Robert K. Wittman, un agente speciale ora in pensione che fondò il National Art Crime Team dell’FBI. «Immaginiamo che tu prenda di mira la National Gallery: fuggirai a Baltimora?» chiede Wittman. «Se fai un furto in un museo di Philadelphia, dove scappi: a Camden? Le nazioni in Europa sono molto vicine tra loro, hai i confini aperti e guardie spesso non armate. Se pensi ai furti in Europa effettuati dal 2000, in molti casi sono state rapine a mano armata».
Per trovare un caso abbastanza eclatante legato a un furto d’arte negli Stati Uniti bisogna tornare indietro di circa venti anni, raccontano sul Washington Post. Siamo a Boston, è il 18 marzo del 1990 e due uomini travestiti da poliziotti entrano all’interno dell’Isabella Stewart Gardner Museum poco dopo la mezzanotte. Trovano i due guardiani all’interno, li immobilizzano col nastro isolante e passano quasi un’ora e venti nell’edificio. Tutto il tempo necessario per rubare opere d’arte per un valore complessivo che supera i 500 milioni di dollari. Dal museo spariscono alcuni quadri di Vermeer, Rembrandt e Manet ancora oggi introvabili.
I musei di Washington sembrano essere meno esposti alle mire dei ladri d’arte non solo per la presenza costante delle guardie, ma anche per la collocazione stessa degli edifici. Le scalinate da affrontare per entrare nei musei non consentono agli autori dei furti di passare inosservati, mentre altre collezioni sono conservate in edifici interrati dai quali è difficile uscire, non solo entrare. La presenza massiccia di telecamere a circuito chiuso è un ulteriore deterrente.
Nel corso del tempo, comunque, qualche piccolo furto nei musei della capitale degli Stati Uniti si è verificato, racconta Cristopher A. Marinello, direttore esecutivo dell’Art Loss Register, il registro che tiene traccia dei pezzi d’arte rubati:
«A Washington qualche furto d’arte si verifica eccome, solo che non se ne sente spesso parlare. Lo scorso anno ho dovuto fare i conti con una galleria d’arte di Washington dalla quale è stato rubato un Chagall [valeva più di 45mila dollari]. C’è stato anche il caso del furto di un Picasso [rivenduto poi a 58mila dollari]. L’abbiamo risolta amichevolmente e con calma e per questo non se n’è sentito parlare… Posso affermare che il 75% dei casi che gestiamo – specialmente quelli più importanti – viene risolto con discrezione perché ci sono gli avvocati che vengono fuori allo scoperto e le prime parole che escono dalle loro bocche sono: “Questo deve rimanere confidenziale”.»
I 18 musei raccolti nello Smithsonian sono sorvegliati da alcune centinaia di guardie di sicurezza, compiere furti sembra essere praticamente impossibile. Negli ultimi anni si sono così ridotti anche gli episodi di vandalismo, che spesso portano al danneggiamento delle opere d’arte e dei reperti, con costi aggiuntivi per il restauro e la messa in sicurezza. I fondi pubblici non mancano e parte dello staff è anche impegnata nello studio di nuove soluzioni per migliorare la sorveglianza dei musei.