Fare i conti senza Lost
Ecco una lista di potenziali feticci, sostituti o semplicemente telefilm che potrebbero piacervi
di Chiara Lino
Lost ci ha insegnato a seguire le serie tv in lingua originale, in contemporanea con la programmazione USA; ci ha insegnato l’ansia per l’episodio successivo. Lost ci ha insegnato i tempi di una tv che non è la nostra: cos’è un mid-season, perché alcune cose iniziano a settembre e altre no, cos’è una season première e perché i finali di stagione sono così importanti. Nel corso degli anni, come ogni prodotto seriale, si è evoluto, trasformato, distaccandosi spesso da ciò che avremmo voluto diventasse ed alternando inciampi a idee geniali, ma una cosa è certa: ha segnato la storia della TV, ha cambiato le nostre aspettative e il livello delle nostre pretese. E ci fa rivolgere uno sguardo diverso alle serie televisive nel loro insieme, nella speranza di trovare qualcosa che colmi quel vuoto di 40 minuti settimanali.
Chi si aspetta un degno erede può evitare di cercarlo. I tempi non sono maturi per partorire qualcosa di originale che rispetti le caratteristiche che hanno reso Lost un successo planetario: la coralità, la struttura narrativa organizzata su piani temporali diversi, le premesse catastrofiche, i misteri stratificati. Ciò che si può fare è provare a capire quali erano i punti forti della serie e quali altri telefilm possono incastrarsi in due o più di quelle caselle:
• Le premesse catastrofiche
• La presenza di elementi fantascientifici o paranormali
• La stratificazione dei misteri
• Un forte interrogativo etico
• La coralità dei personaggi
• Teorie, complotti e comunità di fan impazziti dopo ogni episodio
Adesso, assumiamo come verissima la considerazione che ha fatto Antonio Dipollina sullo spirito con cui guardare altro dopo Lost.
Quando si è ritirato Maradona non è che gli umani hanno smesso di guardare le partite
E mettiamo assieme una lista di potenziali feticci, sostituti o semplicemente telefilm che potrebbero piacervi: conclusi, datati, cancellati o ancora in corso.
Alias [5 stagioni, 105 episodi, concluso]. Una delle prime creature di J.J. Abrams, la mente dietro Lost, Alias è la storia di Sidney Bristow, spia internazionale per la CIA che si trova invischiata in misteri ancora più intricati del previsto. Ne scrivono su Serialmente:
Sydney Bristow (Jennifer Garner), studentessa, aspirante maestra, doppiogiochista per la CIA e un’organizzazione terroristica chiamata SD6, sorvegliata ed aiutata dal padre, Jack (Victor Garber), si trova non solo a dover intersecare vita di facciata e vita ‘reale’, segreta, ma a dover fare i conti con le profezie di un pazzo (o profeta) del 1400: Milo Rambaldi.
https://www.youtube.com/watch?v=KgwiWHAWDSk
Battlestar Galactica [4 stagioni, 73 episodi, concluso]. Se gli elementi che hanno fatto grande Lost sono davvero quelli elencati, Battlestar Galactica ce li ha tutti: rivisitazione della serie classica degli anni ’70, ha inizio con la più classica delle storie di rivolta dei robot (i cylon) verso gli esseri umani, lo schiavo che si ribella al suo creatore. Ha così inizio l’epopea della Galactica, nave spaziale militare un po’ datata, e del suo equipaggio, impegnati in una lotta apparentemente senza speranza per la sopravvivenza della specie. Esiste davvero la Terra, pianeta mitico che, secondo le leggende, avrebbe visto l’alba della razza umana? Chi sono veramente i cylon, e perché hanno attaccato le Colonie? Esiste un Dio, esistono numerosi dei, o siamo solo noi individui a governare il nostro destino? Splendida serie, che ha diviso i fan sulla conclusione ma che sicuramente vale il viaggio.
Dollhouse [2 stagioni, 26 episodi, concluso]. Una multinazionale farmaceutica ha scoperto una tecnologia per impiantare personalità diverse agli esseri umani, sfruttandoli per varie “missioni” che spaziano dalla prostituzione di altissimo livello allo spionaggio industriale. Fin dove si può spingere lo sfruttamento di un essere umano? Un corpo è davvero solo un contenitore? Una firma è sufficiente a regalare a qualcuno cinque anni della propria vita? È davvero la morte la peggiore delle prospettive? E soprattutto, chi sono i veri cattivi? Dollhouse, nel suo breve arco di esistenza (due stagioni per un totale di 24 episodi, più un episodio prequel e un sequel contenuti esclusivamente nei cofanetti DVD), ha esplorato con grande abilità temi etici estremamente attuali: dalla prostitizione alla leva militare, passando per la natura più profonda dei desideri umani. Sebbene l’impressione generale sia di una bella occasione sprecata, la serie offre episodi eccezionali a partire dalla seconda metà della prima stagione. E i migliori sono, ovviamente, i due esclusi dalla programmazione televisiva.
https://www.youtube.com/watch?v=yDcEKo4V7fA
Flashforward [1 stagione, 23 episodi, cancellato]. Nato con l’esplicito obiettivo di rimpiazzare Lost proprio nell’anno della sua conclusione, usando tra l’altro come titolo uno degli elementi stilistici che Lost ha fatto propri (il flashforward, appunto), ha finito per concludersi anche lui a pochi giorni di distanza: ieri, per la precisione. Tutta la popolazione mondiale sviene per due minuti e diciassette secondi, e in questo arco di tempo ognuno vede cosa gli succederà dopo sei mesi esatti: alcuni di loro decidono di indagare su chi o cosa ha causato questo fenomeno, basandosi proprio dall’immagine avuta del loro futuro. Premesse eccezionali, realizzazione così così, cancellazione prematura rispetto alle minimo-tre-massimo-sette stagioni programmate.
Fringe [2 stagioni, 23 episodi, in corso]. Una squadra speciale dell’FBI che indaga sui fenomeni scientifici al limite del sovrannaturale, J.J. Abrams e troppi, troppi episodi autoconclusivi: da molti indicato come unico vero erede di Lost (e non conta poco il fatto di avere lo stesso creatore alle spalle), manca forse la coerenza di base che ha reso quest’ultimo un prodotto eccezionale. Una buona serie, ma ancora non del tutto matura.
Supernatural [5 stagioni, 104 episodi, in corso]. La storia dei fratelli Winchester, soli contro tutte le creature dell’oscurità e vittime di complotti demoniaci più grandi di loro, è una delle più sottovalutate degli ultimi anni. Pur godendo di una solida base di irriducibili fan, Supernatural resta una serie di nicchia, osannata dagli estimatori e snobbata da tutti quelli che uff, un’altra serie con la caccia ai demoni e attori bellocci. Resta un telefilm scritto molto bene, con momenti di tensione ben dosati, qualche scena splatter che non fa mai male e uno sviluppo dei personaggi magistrale. C’è anche un incidente aereo, ad un certo punto. E gli attori, va detto per dovere di cronaca, sono effettivamente bellocci.
https://www.youtube.com/watch?v=UPkveGMFjro