Zanetti e Narducci, c’è da scandalizzarsi?
La Gazzetta pubblica uno strano colloquio tra il capitano dell'Inter Zanetti e il pm Narducci (quello di Calciopoli)
La Gazzetta dello Sport pubblica sul suo sito un video che mostra Javier Zanetti, calciatore argentino e capitano dell’Inter, parlare con Giuseppe Narducci, pm di Napoli, titolare dell’inchiesta su Calciopoli che ha rivoltato il mondo del calcio e assegnato all’Inter uno scudetto vinto sul campo dalla Juventus. Christian Rocca lo segnala sul suo blog e scrive:
Siamo sui territori delle affinità elettive Travaglio-Ingroia, l’ennesima conferma del malcostume etico italiano. Ma ormai siamo abituati a tutto. La cosa formidabile non è tanto che il pm Narducci, se potesse, proverebbe a moralizzare trentadue anni dopo anche il calcio del 1978 per la “vergogna” di aver giocato il Mondiale nell’Argentina dei generali, ma che a un certo punto dica a Zanetti, testuale: «Qualche anno fa il subcomandante Marcos ha iniziato un dialogo con te e la tua squadra – c’è anche una foto del subcomandante Marcos con la tua maglietta – e chiese a voi di giocare due partite, una in Messico e una in Chiapas, non credi che questa possa essere una delle più straordinarie partite del calcio mondiale». Di fronte alla risposta diplomatica e perplessa di Zanetti, consapevole che il patetico rivoluzionario marxista non è esattamente un modello da sbandierare, il pm Narducci ha insistito: «Di solito si giocano partite inutili, questa se la farete spotrebbe essere la partita tra l’Inter e gli esclusi del mondo». Toghe rosse? Nooo.
Il video è effettivamente singolare. La Gazzetta dice che si tratta del frammento di un incontro avvenuto sul lago di Como, organizzato dall’editore di un libro che racconta la storia del mondiale di calcio disputato in Argentina nel 1978, durante la dittatura di Videla. Un libro la cui prefazione è stata scritta dallo stesso Narducci – che di mestiere fa il pm – e che sta per diventare un documentario. Quel che è certo è che la qualità del video pubblicato dalla Gazzetta non sembra affatto quella di un documentario: l’inquadratura balla, si sente il rumore delle posate sui piatti, l’audio non è sempre pulitissimo. E un pubblico ministero – colui che disse che “Non ci sono telefonate di Moratti a Pairetto e Bergamo”, quando invece ce n’erano parecchie – che s’inventa storico del Sudamerica e giornalista sportivo.