La scelta dei Comuni
Se l'abolizione delle province fosse confermata, dovrebbero essere otto a sparire
Intanto che aspettiamo che Tremonti e Berlusconi si siano messi d’accordo con se stessi sull’eventuale abolizione delle province di meno 220mila abitanti, torniamo a fare un po’ di conti e questa volta vediamo di capire dove andrebbero a finire i comuni orfani della loro provincia.
Le province italiane che hanno meno di 220 mila abitanti sono diciannove: Vercelli, Sondrio, Gorizia, Massa Carrara, Rieti, Matera, Fermo, Enna, Nuoro, Isernia, Oristano, Biella, Crotone, Belluno, Vibo Valentia, Verbania-Cusio-Ossola, Olbia-Tempio, Ogliastra, Medio Campidano, Carbonia-Iglesias.
Il primo filtro da applicare è togliere quelle appartenenti a regioni a statuto speciale. Ne rimangono undici: Vercelli, Sondrio, Belluno, Massa Carrara, Rieti, Matera, Fermo, Isernia, Biella, Crotone, Vibo Valentia.
Bisogna fare un taglio ulteriore, visto che – non si capisce per quale ragione sensata – non saranno abolite le province che confinano con uno stato estero. Saltano Sondrio, Belluno, Vercelli, ne restano quindi otto, la lista definitiva: Massa Carrara, Rieti, Matera, Fermo, Isernia, Biella, Crotone, Vibo Valentia.
I comuni appartenenti a queste province dovranno decidere con quale provincia andare entro sessanta giorni. Per alcuni di loro la scelta è obbligata, e diamo per scontata una cosa che ci sembra logica, ma che la legge non precisa: che i comuni possano aderire solo a province confinanti la provincia a cui appartengono oggi (quella che viene abolita).
La scelta comuni della provincia di Massa Carrara è obbligata: l’unica provincia toscana con cui confina la provincia di Massa Carrara è quella di Lucca, e le altre – La Spezia, Parma, Reggio Emilia – comporterebbero l’impossibile passaggio in un’altra regione.
Per la provincia di Rieti la scelta naturale sarebbe la provincia di Roma, già gigantesca. Ma anche la provincia di Roma è a rischio taglio, nel prossimo futuro, a causa del progetto che la trasformerebbe in Area metropolitana, insieme ad alcune altre grandi città. In questo caso ai comuni della provincia di Rieti non resterebbe che entrare nella provincia di Viterbo, dato che le altre confinanti si trovano in altre regioni: le province di Perugia e Terni in Umbria, la provincia di Ascoli Piceno nelle Marche, le province dell’Aquila e Teramo in Abruzzo.
Scelta obbligata anche per i comuni della provincia di Matera e di Isernia: l’unica altra provincia della Basilicata è quella di Potenza e l’unica altra provincia del Molise è quella di Campobasso: e se tutti i comuni di una regione – il Molise, in questo caso – fanno parte della stessa provincia, quella provincia non diventa di fatto una sovrapposizione della stessa regione?
Qualcuno dirà che questo già avviene con Aosta e la Valle d’Aosta, ma in realtà così non è: la provincia di Aosta non esiste e corrisponde alla regione Autonoma della val d’Aosta.
Tra l’altro, la condizione del Molise è citata da qualcuno come una possibile spiegazione dello strano posizionamento del tetto a 220 mila abitanti. L’altra provincia molisana, quella di Campobasso, ha infatti 230 mila abitanti: se il limite fosse stata la più tonda cifra di 250 mila, si sarebbe creato un loop di indicazioni. Ma non è difficile pensare – come si è fatto con la norma sulle province di confine, per esempio – che sarebbe bastata una definizione ad hoc per risolvere la questione. Più credibile che il tetto serva a salvare alcune province per motivi meno matematici.
La provincia di Fermo potrebbe passare alla storia come quella dalla vita più breve: istituita nel 2009, abolita nel 2010. I comuni potranno scegliere di entrare nella provincia di Macerata o in quella di Ascoli Piceno.
I comuni della provincia di Biella potranno scegliere tra la provincia di Torino e quella di Vercelli, che è meno popolosa di quella di Biella ma è salvata da pochi chilometri di confine con la Svizzera.
In Calabria, i comuni della provincia di Crotone potranno scegliere tra la provincia di Catanzaro e quella di Cosenza. I comuni della provincia di Vibo Valentia, invece, potranno scegliere tra la provincia di Catanzaro e quella di Reggio Calabria.