I tagli del governo in dieci punti
Il Corriere della Sera sintetizza in dieci punti i tagli decisi ieri dal governo
Le decisioni di risparmio economico prese ieri dal governo hanno un loro linguaggio politico-giornalistico ineludibile: si tratta di una “manovra”, ed è stata “varata”, benché su molti suoi punti la concretezza dell’attuazione sia tutta da verificare. Ma venendo al contenuto, il Corriere elenca in dieci punti gli elementi fondamentali della manovra che è stata varata dal Governo, e i loro destinatari:
1 – Gli evasori fiscali (è significativo che in Italia siano considerati alla stregua di una categoria vittima di tagli)
Un redditometro rinnovato, per dare la caccia agli evasori. Fra le voci nuove che entrano fra i parametri per definire la «ricchezza» ci sono le spese per l’iscrizione a circoli esclusivi, i viaggi esotici e le mini-car. E l’accertamento scatterà quando il reddito dichiarato risulterà inferiore del 20% rispetto a quello calcolato con il redditometro (oggi la soglia è al 25%). Scattano misure stringenti sulla tracciabilità dei pagamenti. E si accorciano i tempi per l’emissione delle cartelle esattoriali.
2 – I dipendenti statali
Aumenti di stipendio congelati per quattro anni, fino al 2013. Sono bloccati anche i rinnovi contrattuali e il turnover: non ci saranno assunzioni per sostituire chi va in pensione o comunque chi si dimette. Fra le altre misure portate in Consiglio dei ministri per la discussione, la rateizzazione in tre anni del pagamento del Trattamento di fine rapporto dei dipendenti statali.
3 – La sanità
Un taglio di 550 milioni all’anno del fondo sanitario nazionale, effettuato attraverso una stretta sugli sprechi di Asl e procedure, un maggior utilizzo dei medicinali generici, il taglio dei farmaci a brevetto scaduto. Inoltre, viene introdotto in tutte le regioni l’acquisto centralizzato di beni e servizi, e anche nel settore sanitario si applicano il congelamento degli stipendi e il taglio dei compensi per posizioni dirigenziali e manageriali.
4 – Gli enti inutili
Chiudono enti che le finanze pubbliche non riescono più a supportare: gli istituti di ricerche Isae, Isfol (formazione e lavoro), Ispesl (prevenzione e sicurezza sul lavoro), Eim (Ente montagna), gli Istituti nazionali di Alta matematica, Astrofisica, Oceanografia, Geofisica, e un’altra quindicina di altri enti minori. Il personale viene ricollocato, mentre contrattisti a termine, consulenti e borsisti vanno a casa. I risparmi di questa soppressione finanzieranno le missioni di pace all’estero.
5 – Condono edilizio (ufficialmente definito “regolarizzazione catastale”)
Si tratta di un censimento degli edifici e degli immobili “fantasma”, di cui i proprietari devono dichiararne l’esistenza entro l’anno. L’accatastamento ha decorrenza dal primo gennaio 2009, quindi i proprietari pagano le imposte di due anni più un terzo anno ridotto. Chi non paga in tempo, deve versare un terzo del valore catastale dell’immobile.
6 – Le pensioni
Stretta sui trattamenti di invalidità, per avere diritto alle relative pensioni la percentuale di invalidità minima deve essere dell’85% (dall’attuale 74%), e controlli a tappeto sui trattamenti già in essere. Innalzamento a scalare dell’età pensionabile delle donne a 65 anni nel 2016, e non nel 2018 come previsto fino ad oggi.
7 – Politici e manager pubblici
Riduzione del 10% di compenso e indennità per ministri e sottosegretari, ma solo per la parte eccedente gli 80mila euro lordi. Camera, Senato e Quirinale decidono i tagli in autonomia. Per i dirigenti e i manager pubblici il taglio è del 5% se con reddito sopra i 90mila euro e del 10% se sopra i 130mila. Taglio del 10% su compensi di sindaci e consiglieri. I gettoni di presenza per gli incarichi in organi di società e enti pubblici non possono superare i 30 euro. Dimezzati i contributi ai partiti, da un euro a 50 centesimi all’anno per voto preso.
8 – Gli enti locali
Abolizione delle province con meno di 220mila abitanti, escluse quelle nelle Regioni a Statuto speciale o quelle che confinano con l’estero. Vengono dichiarati ineleggibili gli amministratori degli enti locali che non rispettano il Patto di stabilità. Comuni e Province devono risparmiare 3,2 miliardi di euro in due anni, le Regioni 10 miliardi. Tagli anche per le società partecipate dagli enti locali.
9 – Roma Capitale
I fondi promessi a Roma dal governo «per il concorso al sostegno degli oneri derivanti dall’attuazione del piano di rientro dal debito» passano da 500 a 200 milioni di euro all’anno. Per compensare la perdita, il Campidoglio può istituire una tassa di soggiorno nelle strutture turistiche (massimo 10 euro a notte), un’imposta di un euro sugli imbarchi dagi aeroporti di Roma (circa 40 milioni all’anno), aumentare l’Ici sulle seconde case, l’aliquota Irpef locale e l’accisa sulla bolletta elettrica.
10 – Automobilisti
Aumento dei pedaggi autostradali, ma non più del 20%, sulle tratte dell’Anas.