I diritti dei gay negli sport americani
Kirk Walker è il primo allenatore di un campionato americano ad avere detto di essere omosessuale
Kirk Walker è l’allenatore della squadra di softball dell’Oregon State University. Negli ultimi sedici anni ha vinto più partite di qualsiasi altro allenatore della storia dell’Università con sede a Corvallis, 90 km a sud di Portland. Ma il suo primato più importante ha a che vedere con tutt’altro: Kirk Walker è il primo allenatore di un campionato ufficiale ad avere detto di essere omosessuale.
Secondo il New York Times, negli Stati Uniti lo sport è una delle categorie in cui è più difficile dichiararsi apertamente omosessuali, soprattutto per gli uomini. Gli ex giocatori di football David Kopay, Roy Simmons e Esera Tuaolo dissero di essere gay solo dopo la fine della loro carriera. Lo stesso accadde con il giocatore di baseball Billy Bean e il giocatore di basket John Amaechi. Kirk Walker invece lo annunciò ufficialmente alla sua squadra nel 2005, quando lui e il suo compagno Randy Baltimore stavano per adottare una bambina, Ava, che ora ha 4 anni. “Non volevo che le ragazze venissero a saperlo da nessun altro”, ha detto Walker. Il New York Times lo ha definito per questo un “role model”, un modello per gli altri.
Anche se Walker è l’allenatore di uno sport non troppo glamorous come il softball, secondo Outsports.com il suo gesto è stato molto importante:
Probabilmente avrebbe un impatto maggiore se fosse l’allenatore di una squadra maschile – lì ci sono ancora persone terrorizzate all’idea di quello che potrebbe succedere negli spogliatoi – ma ha comunque messo il suo nome sul luogo comune “Oh, sappiamo che ci sono allenatori e giocatori gay”. Grazie a lui ora c’è un nome con cui ci si può identificare. È un pioniere.
Da allora molti altri giornali americani hanno iniziato a raccontare la sua storia. Quando Sherri Murrell, la prima allenatrice donna a dichiararsi gay, fu chiamata ad allenare la squadra femminile di basket della stessa università, il Portland Tribune le dedicò un lungo servizio: “Mi sentivo al posto giusto” disse “quello che ha fatto Kirk è impressionante”. La Murrell lo chiamò poi per avere consigli quando le chiesero un’intervista per un documentario in cui si parlava di Rene Portland, l’ex allenatore della squadra di basket della Penn State University famoso per vietare relazioni lesbiche nella sua squadra. “Mi aiutò a capire che cosa aspettarmi dopo l’uscita di quel documentario”.
Walker dice che la sua identità sessuale non è mai stata un vero ostacolo per la sua carriera “non posso dire che non abbia avuto nessun effetto, ma non è mai stato apertamente un problema”. Quando convocò le ragazze della sua squadra per dir loro che era gay era molto agitato e si meravigliò che il fatto non suscitasse nessuno scalpore: volevano solo sapere della bambina. Il suo ruolo di allenatore da allora non è cambiato molto, “non ho nessun problema a essere considerato un modello, ma questo non vuol dire che ogni volta che ci vediamo parliamo di diritti e uguaglianza: dopotutto stiamo semplicemente cercando di vincere una partita”.
Non può nascondere però che il rischio di essere etichettato dai media solo come l’allenatore gay esiste: “Il problema non è se mi prenderanno in giro, il problema è rischiare di essere definito per il mio orientamento sessuale invece che per quello che faccio”. La sua speranza è che anche gli atleti più famosi prendano il coraggio di parlarne liberamente, “avendo visto l’impatto positivo che ha avuto la mia scelta, mi dispiace solo di non essere in una posizione di maggiore importanza”.