Intercettazioni: la proposta Mastella
Berlusconi dovrebbe ritirare la sua proposta e rilanciare la legge Mastella sulle intercettazioni
L’opposizione è fermamente contraria al contenuto della legge sulle intercettazioni in discussione in parlamento: i parlamentari di PD, IDV e UDC hanno più volte criticato l’impianto generale della norma in questione, sostenendo che si tratta di una legge a loro dire sbagliata, perché compromette la qualità delle indagini e tiene sotto minaccia la stampa. Eppure alcuni giornali nelle ultime settimane hanno ricordato di come, quando si trovavano al governo, le posizioni di PD e IDV sulla questione erano piuttosto diverse. Oggi Francesco Cundari sul Foglio sostiene che se Berlusconi vuole davvero porre fine all’utilizzo strumentale delle intercettazioni a fini di lotta politica dovrebbe ritirare la proposta oggi in discussione. Ritirarla, e presentare al suo posto quella promossa e approvata dal consiglio dei ministri del governo Prodi.
Dimostri lui per primo di avere davvero a cuore solo ed esclusivamente i diritti dei cittadini, e vada a vedere le carte dei suoi avversari. Li sfidi a votare contro una legge da essi stessi proposta meno di tre anni fa. Vediamo se anche l’opposizione, come sostiene, ha a cuore solo e soltanto il bene supremo del paese.
Filippo Facci aveva raccontato la stessa cosa sul suo blog sul Post, ricordando come il 17 aprile 2007 la camera approvò una legge che proibiva la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche, anche solo per «riassunto». I voti contrari furono solamente nove, i voti favorevoli 447: una legge bipartisan, come si dice.
Il ministro della Giustizia Clemente Mastella il 28 luglio propone un disegno di legge di 15 articoli che sembrava una dichiarazione di guerra. Tra i propositi: multe da 5mila a 60mila euro; divieto totale di pubblicazione degli atti – anche se solo riassunti – sino alla conclusione delle indagini preliminari; fascicolo del pm segretato sino alla sentenza d’appello; limiti temporali alla possibilità d’intercettare. Eccetera.
Anche a governo caduto, poi, durante la campagna elettorale del 2008 Veltroni faceva riferimento alla legge Mastella – mai entrata in vigore: il governo cadde prima dell’approvazione al senato – auspicando
«il divieto assoluto di pubblicazione fino al termine dell’udienza preliminare», con tanto di «sanzioni penali e amministrative molto più severe». La posizione venne ribadita da Veltroni durante un Porta a Porta del 13 febbraio 2008.