Le due Coree digrignano i denti
Il presidente sudcoreano minaccia la sospensione dei rapporti commerciali con la Corea del Nord
Cresce la tensione tra le due Coree a due mesi circa dall’affondamento di una nave da guerra della Corea del Sud. Il presidente sudocreano, Lee Myung-bak, accusa la Corea del Nord di aver affondato l’imbarcazione e ieri ha minacciato la sospensione dei rapporti commerciali tra i due paesi. Lee ha anche ribadito la volontà di portare la questione davanti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per quello che viene considerato a tutti gli effetti un atto di guerra deliberato.
La Corea del Sud si sta inoltre attivando per riattivare gli strumenti di “guerra psicologica” ai confini con la Corea del Nord, segnala il New York Times. Una scelta che potrebbe aumentare le tensioni, specie alla luce delle dichiarazioni delle autorità nordcoreane che si sono ripromesse di abbattere gli amplificatori sul confine, che diffondono gli slogan contro il regime, e le altre strumentazioni della Corea del Sud con l’artiglieria. Sfruttando i sistemi della guerra psicologica, la Corea del Sud invia solitamente messaggi sonori e volantini alla popolazione nordcoreana per cercare di farla insorgere contro il regime. La propaganda era stata sospesa sei anni fa in seguito a un miglioramento dei rapporti diplomatici tra i due paesi, condizione ormai sfumata secondo Lee:
«Abbiamo sempre tollerato la brutalità della Corea del Nord, più volte, ma ora le cose sono diverse. La Corea del Nord pagherà un prezzo pari alle proprie provocazioni. Gli scambi commerciali tra il Sud e il Nord della Corea saranno sospesi.»
La chiusura dei rapporti commerciali tra le due Coree potrebbe avere serie conseguenze per il regime di Pyongyang, che certo non naviga nell’oro. Dalla Corea del Nord, la Corea del Sud importa all’anno pesce per circa 230 milioni di dollari. Il regime nordcoreano ricava, inoltre, 50 milioni di dollari all’anno dalla produzione di vestiti che vengono poi distribuiti oltre il confine a sud.
La scelta interesserà anche gli spostamenti delle imbarcazioni nelle acque coreane. Lee vuole impedire alle navi della Corea del Nord di attraversare le acque sudcoreane, cosa che le obbligherà a compiere lunghe deviazioni che richiederanno l’utilizzo di maggior carburante.
Il presidente ha comunicato le proprie decisioni alla popolazione nel corso di un messaggio televisivo. Oltre alle sanzioni commerciali, il paese asiatico vuole chiamare in causa le Nazioni Unite per portare la Corea del Nord ad ammettere le proprie responsabilità nell’affondamento della nave militare che ha comportato la morte di 46 marinai: «Molte nazioni in tutto il mondo hanno espresso il loro sostegno verso la nostra posizione».
Il Giappone, in particolar modo, ha confermato il proprio sostegno nel caso di una iniziativa presso l’ONU della Corea del Sud. Il primo ministro Hatoyama si era già schierato a favore delle richieste sudcoreane nei giorni scorsi, a patto di coinvolgere nell’iniziativa anche gli Stati Uniti, molto attenti alle tensioni tra le due Coree.
Per il Segretario di Stato USA, Hillary Clinton, la crisi tra i due paesi rischia di diventare molto preoccupante. L’amministrazione Obama teme l’inizio di un nuovo conflitto e mira a coinvolgere quanti più paesi possibile, specialmente in Asia, per allentare le tensioni e stabilire nuovi rapporti tra i due paesi. L’opera di persuasione americana interessa anche la Cina, il principale alleato del regime di Pyongyang: Hillary Clinton ha confermato di essere in stretto contatto con le autorità cinesi in vista di un possibile coinvolgimento diretto dell’ONU.