Petruzzelli e la cricca: la versione di Emiliano
Emiliano si tira fuori, querela il Giornale e tira in mezzo i "servizi segreti"
Il Giornale di ieri aveva pubblicato in prima pagina una foto del sindaco di Bari Michele Emiliano intento a brindare assieme a Fabio De Santis e Angelo Balducci per la riapertura del teatro Petruzzelli, titolari dell’appalto per la sua ricostruzione. Emiliano risponde oggi, negando ogni coinvolgimento negli affari della cricca, rivendicando la regolarità dell’operazione e annunciando querele nei confronti di Paolo Berlusconi e Vittorio Feltri.
“Sono orgoglioso – dice – di aver chiesto all’allora presidente del Consiglio, Romano Prodi, di derogare dalla procedura ordinaria e di accelerare i lavori di ricostruzione del teatro Petruzzelli ricorrendo alle norme sulla Protezione civile. Fra l’altro, Salvo Nastasi, direttore generale del ministero per i Beni culturali, mi aveva chiesto se avessi avuto nulla in contrario e fui felice di scrivere quella lettera. Le fondamenta del Petruzzelli erano nell’acqua e le piogge abbondanti rischiavano di compromettere la stabilità della struttura. Fu Prodi a nominare Balducci commissario straordinario così come è stato Berlusconi a nominarlo presidente del Consiglio superiore delle opere pubbliche. Io non lo conoscevo (il giornalista Antonio Cantoro, cita un passo del libro Il teatro degli imbrogli, sostenendo che Emiliano aveva incontrato Balducci per la prima volta il 19 dicembre 2006, una settimana prima del decreto di protezione civile; il sindaco però parla di una delegazione ministeriale, ndr)”. Emiliano precisa che a gestire l’appalto è stato il ministero. “Chi ha seguito tutta la procedura è stato Salvo Nastasi – insiste – Il Comune non ha avuto alcun ruolo nell’appalto, anzi non ricordo neppure il nome dell’impresa che li ha eseguiti”.
In sostanza, Emiliano dice che la foto non ha niente di anomalo: inauguravano un teatro, lui era il sindaco di Bari, Balducci il presidente del Consiglio superiore delle opere pubbliche. La rabbia di Emiliano è comprensibile, ma finisce per mescolare la sua versione dei fatti ad alcune dichiarazioni un po’ sbilenche sui “servizi segreti”.
“Dopo i dieci minuti di applausi al teatro dell’Opera di Roma, nello stesso giorno in cui Gianni Alemanno veniva fischiato era impossibile che sfuggissi al Giornale. Praticamente mi stanno dicendo di pensare a fare il sindaco e di non andarmene in giro. Si tratta di intimidazioni che potranno funzionare con qualcuno del Pd, ma io non mi spavento. Se pensano di fermare me e il presidente Vendola, si sbagliano. Vogliono infangare me e Vendola con operazioni raccapriccianti: devo pensare che i servizi segreti siano a Bari per davvero?”.