Sulle olimpiadi, il Giornale si ferma prima di pestare i piedi
L'organizzazione no, ma i costosi comitati di candidatura sì
Oggi in prima pagina sul Giornale Giuseppe De Bellis si augura che le olimpiadi non vengano assegnate a una città italiana.
E sarebbe da rallegrarsene, con quel che abbiamo scritto ieri, se non fosse per un paio di dettagli che suggeriscono che al Giornale facciano fatica a emanciparsi dalle contiguità politiche anche in questo caso.
Il primo è che il Giornale si avventura a parlare di “sperpero del denaro pubblico” anche per i proficui investimenti delle Olimpiadi invernali di Torino (condotti da quale amministrazione?, pensa un po’).
Il secondo, e definitivo, è che dopo tanto argomentare contro gli sprechi delle organizzazioni olimpiche- che plausibilmente non riguarderanno le città italiane – il Giornale affronta così la questione più immediata e concreta, quella degli oltre quaranta milioni di costi della presentazione della candidatura:
Ecco, ormai è successo. Oggi si decide. Una o l’altra: partecipi alla competizione senza l’ambizione di vincere. L’importante è partecipare. meglio per noi, meglio per tutti.
Oplà, “ormai è successo”, si partecipi così, per scherzo: e quale amministrazione guida la città data per certa candidata italiana, con giro di soldi relativo?