Cose che ho visto a Cannes/6
Il sesto giorno dell'inviato del Post: brutte figure, film brasiliani e musica con gli oggetti
di Gabriele Niola
Sono andato a vedere 5 X Favelas, Por Nos Mesmos per poter provare anche io il brivido di scrivere un pezzo con un titolo del tipo: “Il Brasile arriva sulla croisette a passo di samba”. Sfortunatamente il film collettivo brasiliano di samba ne ha poca e ancor più sfortunatamente è anche bruttino.
Si riuniscono cinque corti di cinque registi diversi che oscillano tra la favola, la favola nera e il racconto nero, tutti a tema favelas e tutti irrimediabilmente naive. Bambini che rubacchiano per affetto ma poi restituiscono tutto, lotte di quartiere che poi si risolvono a tarallucci e vino “perchè basta parlarsi” e storie di criminalità che mettono contro uomini che da bambini giocavano insieme. Una cosa da lezione di attualità internazionale di una scuola cattolica.
Nella mattina trovo anche il tempo per fare una figuraccia allo stand italiano. C’era una colazione per giornalisti e io mi sono presentato per mangiare. Solo una volta arrivato capisco che era un evento riservato a pochissimi colleghi stranieri e quando l’organizzazione si accorge della mia nazionalità mi tratta come lo scroccone di turno. Avevo pianificato di mandare la mattina presto il pezzo per Il Post usando il loro WiFi e così, attaccato alla loro rete, alle loro brioche e ai loro cappuccini, non mi sono potuto levare di torno fino a che non avevo inviato il tutto.
A me l’invito era arrivato via email regolarmente ma suppongo che a furia di passare di buffet in buffet (come un vero professionista del mio settore!) prima o poi dovevo venire punito anche se innocente. Mi prenderò qualche giorno di pausa.
Il compito affidatomi dai superiori di seguire i film delle sezioni parallele, da che doveva essere una tranquilla passeggiata si sta facendo infernale. Dato che la selezione ufficiale presenta film molto sottotono rispetto alla solita media, la gran parte degli accreditati si riversa nelle suddette sezioni parallele causando code e file senza precedenti storici.
E’ valsa la pena però fare la fila per Sound Of Noise. Film svedese dalla storia un po’ risibile e i personaggi banali che però è centrato sull’idea vincente scatenata anni fa da questo video. Gli stessi 6 batteristi hanno ampliato il concetto di fare musica con quello che c’è a tutta una città e il film riesce davvero a trasmettere l’esistenza e il senso di modi meno convenzionali di vivere la musica. Pazzesco il modo in cui intuiscono come i suoni di diversi oggetti possano entrare in armonia.
Tornando dalla visione del film per strada incontro uno degli attori (quello alto e pelato, inconfondibile), gli chiedo un’intervista, mi dice di passare domani alle 10. Domani è il giorno di Mick Jagger e Stones in exile ma lo farò.