Correre, ma molto
Jurek inizia la giornata con un superfrullato da mille calorie e nella giornata arriva anche a 8mila
Scott Jurek pensa di poter fare più di 260 chilometri e superare l’attuale record americano detenuto da Mark Godale, un altro fissato dell’ultramaratona. Jurek ha 36 anni, passa la vita a correre ed è pronto ad affrontare la massacrante prova del campionato mondiale di ultramaratona di Brive-la-Gaillarde in Francia. Insieme agli altri atleti, l’ultramaratoneta dovrà dimostrare quanti chilometri è in grado di coprire su un tracciato lungo 1,4 chilometri nel corso di 24 ore.
Qualsiasi corsa che superi la distanza di 42,195 chilometri viene solitamente definita una ultramaratona. La “Sparthatlon historic race”, uno dei classici del genere, si snoda lungo un percorso di 246 chilometri che congiunge idealmente Atene con Sparta. La competizione si ispira alle gesta dell’emerodromo Filippide, che secondo la leggenda fece di corsa il tragitto verso Atene per comunicare la vittoria sui persiani a Maratona.
Ma di quante energie avrà mai bisogno uno che corre le ultramaratone? Molte, e Jurek le ottiene quasi tutte da frutta e verdura perché è un vegano. Mark Bittman, il columnist del New York Times che si occupa di cucina (imperdibili i suoi video), l’ha incontrato e si è fatto raccontare come vive e sopravvive un atleta che non mangia carne e corre per almeno 200 chilometri alla settimana.
Jurek ha mediamente bisogno di 5mila / 8mila calorie al giorno e le ottiene con una dieta ricca di carboidrati, proteine e grassi.
La colazione è la chiave: si tratta in genere di un frullato da 1.000 calorie, con olio, mandorle, banane, mirtilli, sale, vaniglia, cocco disidratato, qualche dattero e una polvere proteica a base di riso nero. A meno che non debba intraprendere una lunga corsa, che per lui sono in genere sette ore, circa 80 chilometri, perché nel caso mangia dopo il primo allenamento. A pranzo e cena enormi insalate, cereali, patate, patate dolci, fagioli di qualche tipo o una combinazione di tofu e tempeh.
Grazie alla sua dieta, Jurek riesce ad allenarsi regolarmente e gareggiare nelle sfibranti ultramaratone. Per il corridore non c’è del resto nulla di strano nell’essere vegano: «Se torni indietro di 300 o 400 anni, la carne era riservata per le occasioni speciali, e quella gente lavorava sodo. Ricordate, tutti i corridori si trasformano in vegani mentre corrono: non puoi digerire il grasso e le proteine molto bene».
Alle superiori Jurek odiava la corsa e si teneva in forma solo per andare a sciare. Poi, verso i 20 anni, un amico l’ha convinto a provare una maratona e la sua vita è cambiata. Ha finito la corsa in meno di tre ore, conquistando il secondo posto. Pochi anni dopo, nel 2004, ha stabilito il nuovo record nella Western States 100, una corsa in Sierra Nevada da completare in meno di 30 ore. Jurek l’ha completata in 15 ore e 36 minuti, mentre nel 2005 ha vinto un’altra ultramaratona completando un circuito di 217 chilometri.
Oltre alla corsa su circuito di 24 ore, il maratoneta che non mangia carne mira a vincere l’Ultra-Trail du Mont-Blanc, una corsa di 160 chilometri per la quale l’attuale record, racconta Bittman, sono 20 ore. Vincere non sarà però facile: negli anni scorsi Jurek è arrivato una volta diciottesimo e in altre due circostanze si è dovuto ritirare.