Che fine ha fatto l’auditorium di Ravello?
Progettato e donato dall'architetto brasiliano Niemeyer, ha funzionato solo un giorno
Ravello è un paese sulla costiera amalfitana, in provincia di Salerno. Nel 2002 la regione Campania – e la provincia di Salerno, e il comune di Ravello, eccetera – si era fatta promotrice di una serie di progetti volti a valorizzare e “destagionalizzare” il turismo nella zona, e il tassello più importante di questo progetto era la costruzione di un auditorium, progettato e donato al comune dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer, centenario maestro dell’architettura internazionale e progettista tra l’altro di molti edifici di Brasilia e della sede Mondadori a Segrate. L’auditorium di Ravello viene costruito con i fondi europei – costa diciotto milioni di euro – ed è inaugurato – dopo lungaggini, discussioni e qualche rituale polemica sulla sua eccessiva modernità – il 30 gennaio di quest’anno. Ora però rischia di restare fermo fino a data da destinarsi. La storia è raccontata oggi da Mario Pirani, su Repubblica.
Quando il progetto dell’Auditorium fu varato, il Comune era amministrato dalla lista “Insieme per Ravello”. La lista civica all’opposizione – “La Campana” – era invece contraria. I partiti di destra, centro e sinistra sono frantumati e fanno parte, mischiati, delle due liste. Alle elezioni del maggio 2006, per 14 voti, ha vinto “La Campana”, storica avversaria dell’Auditorium: il quale, per ironia della sorte, si è trovato a dipendere proprio da chi, fin dall’inizio, lo aveva avversato. Così, quando la costruzione dell’Auditorium è arrivata quasi alla fine, la querelle si è spostata sul problema della gestione, e dopo estenuanti trattative si è approdati a un “atto di comodato” sottoscritto dal sindaco (2 ottobre 2009), grazie al quale la gestione dell’Auditorium veniva affidata alla Fondazione.
La “Fondazione” di cui parla Pirani è la Fondazione Ravello, di cui fa parte lo stesso comune. Tutto risolto, verrebbe da dire. Invece no: il vice sindaco si oppone all’atto di comodato e il 22 aprile il consiglio comunale lo boccia, nonostante il sindaco lo avesse già firmato. Lo stesso sindaco, scrive Pirani, “ha votato contro il documento che recava la sua firma”.
Per essere valorizzato, sarebbe invece necessario elaborare tempestivamente la pianificazione delle iniziative concertistiche ed altre, selezionare il direttore e formare il personale, mettere in gara l’affidamento dei servizi, ecc. […] Oggi il capolavoro di Oscar Niemeyer, costato alla Fondazione dieci anni di impegno, all’Unione Europea 18 milioni di euro, alle maestranze tre anni di lavoro, è chiuso. E non sappiamo per quanto tempo lo resterà.