Arrr, tempi duri per i video pirata
Il nuovo sistema permette di analizzare fino a 1000 ore di filmati in pochi secondi
Quando sarete arrivati a metà di questo articolo, centinaia di nuovi video saranno stati caricati su YouTube. Si stima che ogni minuto sul portale facciano la loro comparsa 24 ore di filmati, nella maggior parte dei casi sono video creati direttamente dagli utenti, ma una cospicua percentuale è frutto della copia di contenuti multimediali protetti dalle leggi sul copyright. Identificare ed eliminare questi filmati non è semplice, ma un nuovo sistema potrebbe presto complicare le cose per chi carica filmati protetti un po’ troppo alla leggera.
Fino a ora numerosi siti per la condivisione dei video online si sono basati su alcuni sistemi per l’identificazione dei contenuti non molto affidabili. Uno si basa sul riconoscimento di un watermark, una traccia lasciata da chi ha prodotto il filmato originale per poterlo riconoscere. Questo sistema funziona solo se i produttori si prendono la briga di inserire il watermark e solo per i video duplicati digitalmente, non per le riprese clandestine al cinema di un film, per esempio.
Il secondo metodo se la cava un po’ meglio, ma è più complicato. In pratica il sistema estrae alcuni dati che identificano il video, una specie di impronta digitale, e li confronta con i colori in alcune aree dei fotogrammi. Se c’è corrispondenza tra l’impronta e le aree analizzate vuol dire che il video è un doppione non autorizzato. Il sistema è valido, ma non funziona sempre benissimo, specie se chi carica i filmati li altera ritagliando delle parti o modificando luce e colori.
La nuova soluzione messa in campo da NEC, raccontano sull’Economist, è invece in grado di riconoscere le copie illegali anche quando sono modificate.
Lo fa confrontando la luminosità in 380 aree predefinite “di interesse” in un fotogramma dei video. Questa cosa può essere fatta per tutti o solo una parte dei fotogrammi del film. Al livello di luminosità viene assegnato un valore: -1, 0, +1. Questi valori vengono sintetizzati in una firma digitale che occupa 76 byte per ogni fotogramma.
La presenza di così tanti “punti di interesse” semplifica il riconoscimento del video anche nel caso in cui la copia illegale sia modificata. Inoltre, l’idea di utilizzare tre diversi valori rende più precisa l’identificazione delle copie anche nel caso di riproduzioni con una bassa risoluzione. L’impronta occupa poco spazio e può essere dunque calcolata con maggiore rapidità.
Stando a quanto dichiara NEC, la nuova tecnologia si rivela precisa nel 96% dei casi e nei test ha dato un numero molto basso di falsi positivi, circa 5 ogni milione di video analizzati. Il nuovo sistema è in grado di scoprire un video piratato della durata di appena due secondi e la velocità di riconoscimento è impressionante, almeno secondo il produttore: 1.000 ore di video analizzati in un secondo.
Utilizzata nei portali per la condivisione dei video, la nuova soluzione potrebbe far ridurre sensibilmente il numero di filmati protetti da copyright caricati illegalmente, cosa per la quale i produttori di contenuti si battono da tempo. In più di una occasione YouTube è finito nel mirino delle major del cinema e della musica, determinate a tutelare i loro prodotti condivisi illecitamente sul portale.