In Rai non riescono a smontare Liofredi
Il Giornale racconta che il direttore di RaiDue sta riuscendo a conservare il posto malgrado tutto
Massimo Liofredi è diventato direttore di RaiDue l’anno scorso, quando Antonio Marano è stato promosso a vice direttore generale. Marano pensava di mantenere il controllo sulla sua rete invece è stato esautorato e RaiDue è finita sotto una nuova più frivola gestione affidata a un uomo non più della Lega ma del PdL berlusconiano. Liofredi ha fatto notare il suo palinsesto per una certa inclinazione al varietà demodé, e anche per dei risultati non esattamente soddisfacenti. Tanto che si è cominciato a discutere di una sua rapida sostituzione: anche se in Rai le iniziative non hanno quasi mai a che fare con i risultati, ma con altre beghe e priorità. Ne scrive oggi il Giornale.
Il direttore di Raidue deve essersi fatto molti nemici a viale Mazzini: poche volte si è cercato di rimuovere un responsabile dopo così poco tempo. I suoi detrattori sostengono che abbia governato il secondo canale secondo metodi poco ortodossi creando scompigli e dissapori all’interno e fuori dalla rete e realizzando un palinsesto non adeguato. In particolare si è puntata l’attenzione sul troppo spazio concesso a Monica Setta, la conduttrice (migrata da Raiuno) de Il fatto del giorno, tutti i pomeriggi alle due e de I sette vizi capitali, in onda al giovedì notte. Cosa che, certamente, ha fatto ingelosire altri conduttori, anche se, a onor del vero, il talk pomeridiano ha uno share invidiabile e comunque più alto del programma precedente. Inoltre vengono ricordati programmi come Il più grande italiano di tutti i tempi che ha fatto un flop clamoroso e Cuore di mamma che al pomeriggio dà scarsi risultati.
Ma la sostituzione di Liofredi sembra rimandata, o “congelata”
Da settimane si paventava un cambio al vertice della seconda rete della tv di Stato: Massimo Liofredi avrebbe dovuto lasciare il posto a Gianvito Lomaglio, attuale vice direttore di Raiuno. Ma pare che per il momento si sia deciso di soprassedere e rinviare la sostituzione più avanti, magari in estate. Il cambio, all’interno dei complicatissimi giochi Rai, era comunque tutto intestino alla parte della tv pubblica legata al Pdl e in parte dovuto alla divisione tra forzisti e finiani.
A questo punto, il Giornale ipotizza uno dei soliti concitati passaggi estivi, tipici dei giri di poltrone in Rai.
Probabilmente non si è trovato un numero sufficiente di consiglieri disposti ad appoggiare l’operazione e soprattutto non è stato individuato un posto adeguato dove ricollocare Liofredi (la vicenda Ruffini, l’ex direttore rimosso da Raitre per mesi in attesa di incarico, scotta ancora). La sostituzione avrebbe dovuto essere realizzata entro metà maggio per dar tempo al nuovo arrivato di mettere mano ai programmi della prossima stagione e dargli un’impronta personale. Ma ormai è troppo tardi: i palinsesti vanno chiusi all’inizio di giugno. Toccherà a Liofredi presentarli agli inserzionisti pubblicitari. Poi però potrebbe accadere di tutto: di solito in Rai i blitz si fanno d’estate e, in un possibile giro di poltrone a livelli più alti (si parla anche di un cambio del direttore generale Mauro Masi), potrebbe tornare in gioco Lomaglio.