Siamo una squadra scarsissimi
Le critiche alle convocazioni sono vecchie come il cucco, stavolta però qualche argomento ce l'hanno
Pronti? Via. Ieri il ct della nazionale di calcio Marcello Lippi ha diffuso la lista dei trenta pre-convocati in vista del prossimo mondiale in Sudafrica, oggi commentatori e opinionisti si scatenano nel criticare le scelte dell’allenatore – e probabilmente con qualche ragione. La polemica sulle convocazioni è vecchia come il cucco, ma stavolta i contestatori sembrano avere obiettivamente degli argomenti sensati. Lippi viene accusato – seppure da angolazioni diverse – di aver deciso chi convocare sulla base di criteri che prescindono quasi del tutto dai valori emersi durante questa stagione. La circostanza è stata ammessa dallo stesso Lippi, che ha dichiarato che si sarebbe “preoccupato se tutti avessero fatto benissimo”. Magari funzionerà, ma in ogni caso si tratta di un nuovo paradigma: non basta più giocare bene per essere convocati, non basta più giocare male per rimanere a casa.
Mario Sconcerti sul Corriere della Sera se la prende con la scelta di puntare su un blocco di giocatori della Juventus, reduce da una stagione fallimentare.
Candreva per esempio è una riserva della Juve, mai entrato dall’inizio in campo nell’ultimo mese e mezzo. Camoranesi in pratica non gioca dall’autunno scorso e quando ha giocato lo ha fatto male. Cannavaro è ormai un ex, la Juve ha scelto di non rinnovargli il contratto. Buffon è in partenza se c’è chi lo paga il giusto. Grosso ha giocato dall’inizio quattro volte nelle ultime sedici gare. È la Juve stessa in sostanza a dubitare delle decisioni di Lippi. Questo appoggiarsi a una squadra in fase di superamento e che nei fatti quest’anno non c’è mai stata, non è dunque una scelta tecnica, non è figlia della debole italianità delle prime in classifica. È un punto di partenza antico, abituale per Lippi e probabilmente irrinunciabile. La speranza è che non sia anche il suo limite.
Luca Gattuso sul Post raccoglie e allarga il ragionamento sulla corrispondenza tra prestazioni in campionato e convocazioni ai mondiali, citando qualche dato in più.
L’allenatore è Lippi, è lui che fa le scelte, è lui che ci mette la faccia ed è giusto che se ne fotta di tutto e di tutti. Detto questo, prendo atto che ha convocato solo un, diconsi un, difensore (Zambrotta del Milan, peraltro una riserva) di una delle cinque migliori difese del campionato e ben cinque, diconsi cinque, difensori, su nove, di due delle sette peggiori difese del campionato (Genoa e Juventus). Ma la faccia ce la mette lui, quindi ha fatto bene.
Massimo Gramellini vede lo stesso problema, ma da un altro punto di vista: la penalizzazione dei giocatori di talento, a vantaggio dei fabbri (ok ok, non proprio dei fabbri, ma avete capito).
Hai talento? Hai fantasia? Hai personalità? Allora resta a casa. La lista dei trenta calciatori fra cui il c.t. Lippi sceglierà i 23 che voleranno con lui in Sudafrica è una Nazionale che assomiglia alla Nazione. Abbondano i reduci e i bravi ragazzi, ma latitano disperatamente i numeri 10, quelli in grado di movimentare una conferenza-stampa e soprattutto una partita che si sta mettendo male. Quando devi recuperare lo svantaggio e azzardare la mossa del cavallo, facendo alzare dalla panchina il campione che sovverte gli schemi, inventa un gol o un assist, si procura un rigore. Noi ai Mondiali, con tutto il rispetto, dalla panchina faremo alzare Pepe o Cossu. E Mario Balotelli, fisico maestoso e tecnica straordinaria? Immaturo, e poi è così giovane. Totti? Vecchio, e poi è così immaturo. Del Piero? Lui maturo lo sarebbe, ma anche troppo vecchio. Cassano e Miccoli? Ah, quelli non si sa, perché il c.t. non ritiene di dover dare spiegazioni delle sue scelte al volgo. Solo una volta gli scappò detto che Cassano non si adattava al gruppo per ragioni «psicotattiche»: forse il barese e Miccoli soffrono di sonnambulismo o dicono troppe parolacce negli spogliatoi.