Chi si prende il Labour?
Chi sono i politici britannici che si contenderanno la guida del partito laburista
di Francesco Costa
La dichiarazione di ieri pomeriggio di Gordon Brown – oltre a rimescolare le carte nella faticosa ricerca di un governo, in Gran Bretagna – ha di fatto aperto la corsa alla leadership del partito laburista. Candidature ufficiali non ne sono ancora arrivate, ma la debolezza della leadership di Brown lungo gli ultimi tre anni fa sì che il parco dei candidati possibili sia piuttosto ampio e definito.
Jack Straw, 63 anni, è già stato ministro della giustizia, degli interni e degli esteri. Straw è molto stimato in tutto il partito laburista: è considerato un uomo di stato e il suo profilo corrisponde perfettamente al segretario di transizione, pronto a entrare in gioco se la battaglia per la leadership dovesse farsi troppo serrata, e i candidati dovessero eliminarsi a vicenda.
Harriet Harman, 59 anni, oggi è la vicesegretaria del partito: colei che prenderà il posto di Brown se questo dovesse dimettersi prima della scelta del prossimo leader. Lo scorso gennaio Harman si fece portavoce di una proposta di legge volta a impedire ai giornali di pubblicare i dati sulle spese dei parlamentari, ragione per cui fu molto contestata.
David Miliband ha 44 anni ed è sicuramente il frontrunner: la sua candidatura è praticamente certa, la sua elezione è la più probabile. Ministro degli esteri, già ministro dell’ambiente, da anni è considerato una delle menti più brillanti della sua generazione. È un blairiano di ferro, e la sua candidatura potrebbe portare a un rinverdirsi del vecchio duello con i sostenitori di Brown – e tra questi, suo fratello.
Ed Miliband ha 40 anni, è il fratello di David e – manco a dirlo – è da anni influente consigliere di Gordon Brown. Ha fatto da speechwriter per Harriet Harman e per lo stesso Brown: oggi è ministro dell’energia. È il più giovane esponente laburista in odore di candidatura, ma non è chiaro se e quanta voglia ha di contendere la leadership a suo fratello.
Ed Balls ha 43 anni ed è l’attuale ministro dell’infanzia. Se Gordon Brown avesse la possibilità di scegliere da sé il prossimo leader del Labour, probabilmente sceglierebbe lui. Con ogni probabilità sarà lui a contendere la leadership a David Miliband, approfittando soprattutto del consenso che gli è garantito dai sindacati, a lui molto vicini. Potrebbe risentire però della sua vicinanza a Brown, ormai largamente impopolare anche all’interno del Labour, oltre che nel paese.
Jon Cruddas, 48 anni, rappresenta da anni l’estrema sinistra del Labour. Molto vicino ai sindacati, si candidò già nel 2007 e per poco non soffiò la vicesegreteria a Harriet Harman. Da anni le sue posizioni si sono andate radicalizzando e difficilmente troverà uno spazio nella dialettica tra i blairiani e browniani: probabilmente sarà candidato, probabilmente non giocherà un ruolo significativo. A meno che non decida di sostenere un altro candidato – magari lo stesso David Miliband? – e dargli copertura politica a sinistra.
Alan Johnson, 59 anni, è l’attuale ministro degli interni. Ex sindacalista, ex vice segretario durante parte dell’era Blair, è molto rispettato all’interno del partito ed è inoltre una delle figure più apprezzate dai liberaldemocratici, visti i suoi sforzi negli anni a favore di una riforma globale della politica britannica. Nei tredici anni di governo laburista ha fatto anche il ministro dell’istruzione e quello della sanità. Dovesse candidarsi, Johnson potrebbe raccogliere consensi sia nell’ala sinistra del Labour, più legata ai sindacati, che in quella più moderata, vicina alle posizioni che furono di Tony Blair.