Grant Achatz, e il ristorante del futuro
A Chicago Next Restaurant farà pagare il biglietto
di Massimo Bernardi
Chi è Grant Achatz e perché dovrebbe interessarci saperlo? Non fatevi spaventare dal nome, la prima risposta è: un fottuto genio, incidentalmente anche chef. Seconda risposta: perché ho tipo l’impressione che abbia inventato il ristorante del futuro. Poi, il fatto che sia l’alfiere della più vitale ristorazione del pianeta, al momento quella americana, è solo una conseguenza. Cercate Alinea, il suo ristorante di Chicago, nella World’s 50 Best, la classifica che ha appena eletto i ristoranti migliori del mondo. Lo troverete al 7° posto, più su di 3 posti rispetto all’anno precedente.
Ma capiamoci, non voglio correre il rischio di banalizzare, cosa intendo per ristorante del futuro? Un ristorante che sappia rispondere alla fortissima domanda di cambiamento scatenata dalla crisi economica. Che abbia il coraggio di cambiare paradigma suonando la campana del rinnovamento.
Non ditemi che ancora credete al ristorante fuori dal tempo, eternamente fedele agli stessi ingredienti, alle stesse tecniche, alla stessa cucina? E non parlo del design, quello non può cambiare ogni tre mesi, siamo mica a Disneyland.
Però, come a Disneyland, nel ristorante del futuro, cioè nel prossimo progetto di Grant Aghatz che non a caso si chiamerà Next Restaurant, si venderanno i biglietti. Allo stesso modo dei teatri, dei cinema. Dal prossimo autunno, per mangiare nel nuovo ristorante di Chicago (e per l’annesso bar, Aviary) si pagherà in anticipo attraverso il sito internet, anche acquistando un abbonamento annuale. Volete mettere il risparmio nei costi di gestione? E come avviene per le linee aeree, negli orari meno richiesti i tavoli saranno offerti a prezzi scontati. Per intendersi, a parità di menù un tavolo alle 21.30 del martedì costerà meno di uno alle 20 del sabato.
Già, il menù.
Ogni tre mesi Next Restaurant si reinventerà, alternando 4 menù basati su altrettanti gloriosi periodi del passato gastronomico, o del futuro. Piatti ispirati alla grandeur parigina del 1912, per poi passare alla meravigliosa Sicilia del dopoguerra o alla Hong Kong di un prevedibile futuro. L’obiettivo è accompagnare i clienti in un viaggio attraverso cibi che trovano eccitanti, squisiti e importanti.
Qualcuno ha parlato di prezzi? Sicuro, andranno dai 45 ai 75 dollari per un pasto di cinque o sei portate; più una media di altri 25 per il vino e il servizio.
Critiche, obiezioni? Qualcuno dubita che esistano clienti disposti a pagare online dando il numero di carta di credito, e soprattutto, a pagare prima? O a convincerli può bastare il pensiero di arrivare, sedersi, mangiare, e alla fine, andarsene senza conti da pagare?