Flying Lotus, tra Thom Yorke e John Coltrane
È uscito Cosmogramma di Steven Ellison, che unisce i battiti elettronici ad atmosfere jazz e soul
È uscito la settimana scorsa per l’ottima etichetta indipendente Warp il suo secondo disco, Cosmogramma, e il critico musicale del Wall Street Journal ne è entusiasta: “uno degli artisti più interessanti dell’elettronica”. Flying Lotus, pseudonimo di Steven Ellison, è un artista e produttore di musica elettronica, e nell’ultimo album si muove tra rumori industriali e battiti asettici, voci soul e fiati jazz. Con la presenza della voce di un amico noto, Thom Yorke dei Radiohead, e il sassofono di un cugino figlio d’arte, Ravi Coltrane. Ellison è nato 26 anni fa in California, in una famiglia “d’arte”.
Sua nonna Marilyn McLeon era una cantautrice, il cui più grande successo fu Love hangover di Diana Ross, e sua prozia era Alice Coltrane, la moglie di John Coltrane, una compositrice jazz che suonava pianoforte e arpa. La carriera del figlio di Alice e John, Ravi, 18 anni più vecchio del cugino, è sbocciata durante l’infanzia di Ellison. Ma più che il jazz di Coltrane, la sua passione fu l’hip-hop: ammirava la capacità di Dr. Dre di unire battiti e melodie. Suo cugino Oran Coltrane gli diede una drum machine, e iniziò presto a crearsi suoni da solo.
Steven Ellison ha però ereditato dalla famiglia soprattutto la passione per la composizione. Le canzoni non nascono dalla drum machine, ma dal pianoforte. E diversamente da molti altri artisti del suo campo, Flying Lotus non scrive canzoni ma dischi. Lavora sui 45 minuti del cd, pensandolo come “una sceneggiatura”. Lo definisce con qualche enfasi “un viaggio dell’eroe”, un lungo e compiuto percorso a tappe.
Il mese scorso ha aperto i concerti degli Atoms for Peace, il nuovo supergruppo in cui suonano Thom Yorke, Flea dei Red Hot Chili Peppers e il produttore Nigel Godrich: e il 15 maggio suonerà al party d’inaugurazione del disco. Per l’occasione sarà sul palco con una band — composta da suo cugino Coltrane, il cantante rap Gonjasufi e Gaslamp Killer, musicista elettronico sperimentale — per esprimere al massimo le potenzialità di un disco pieno di suoni.
“Se fossimo stati una band, l’avrei voluta molto libera, aperta, con tanto spazio per l’improvvisazione. Adoro quella sensazione che in qualsiasi momento tutto può mescolarsi. Se devi suonare ogni notte, ogni notte devi essere in grado di cambiare.”