Giovedì nero: chi è stato?
Secondo Politico ci sono sospetti sui futures di S&P
Era giovedì pomeriggio: all’improvviso a Wall Street i titoli sono crollati spaventosamente. Poi, pocco alla volta, la borsa americana si è ripresa: in tempo per chiudere su quote rassicuranti. Cosa era successo? Per quanto la tesi del “dito grasso” – l’erore umano – sia letterariamente affascinante per molti, e per quanto invece sia fuorviante per altri, una spiegazione chiara ancora non c’è: le autorità che indagano ci stanno letteralmente sveglie la notte, dice la Reuters.
Ieri sera Politico – il sito diventato protagonista dell’informazione politica statunitense – ha fatto circolare la notizia che le indagini si starebbero concentrando su Chicago e in particolare sulle operazioni dei future risalenti a Standard&Poor.
Ma il titolo di stamattina del New York Times è “La ragione del crollo a Wall Street continua a sfuggire”. I responsabili della Commissione di Borsa stanno studiando i documenti e le registrazioni degli scambi, ma finora “la causa o le cause del tuffo selvaggio rimangono misteriose, e la più grande e celebrata borsa del mondo lascia senza risposta una domanda da un miliardo di dollari”.
Per ora, ci sono sospetti sulle differenti regole di comportamento tra i mercati: il fatto che alcuni abbiano sospeso gli scambi mentre altri li abbiano mantenuti in attività sugli stessi titoli, potrebbe aver aggravato la situazione. Robert Greifield, capo del Nasdaq ha accusato la New York Stock Exchange per la sospensione degli scambi:
Fermarsi per 90 secondi nel mezzo di una crisi è l’esatto equivalente di non rispondere al telefono
Ma il suo interlocutore Duncan Niederauer, responsabile della NYSE ha rimandato le accuse alla tecnologia del NASDAQ:
I computer non fanno che proseguire in cerca della prossima offerta valida
Le transazioni computerizzate, avrebbero infatti amplificato le reazioni, spiega il New York Times: “i mercati sono sembrati riprendersi solo quando gli operatori di borsa hanno cominciato a rispondere manualmente a quel che succedeva”.