Il mistero dell’Airbus
Localizzate le scatole nere in un'area di 5 km di diametro
Nessuno ha ancora capito con certezza come mai il primo giugno del 2009 l’Airbus A330 di Air France in volo tra Rio de Janeiro e Parigi precipitò nell’Oceano Atlantico con 228 persone a bordo. L’aereo sparì improvvisamente dai radar al largo delle coste brasiliane senza neanche lanciare un SOS e i suoi resti furono trovati in un’area 700 chilometri a nord est dell’arcipelago Fernando de Noronha.
L’Air France dichiarò subito che le indagini sarebbero state lunghe e complesse, soprattuto per la difficoltà di recuperare le scatole nere in una zona in cui l’oceano raggiunge una profondità di più di cinquemila metri. Ora il direttore della Bea, l’Ufficio per le inchieste e le analisi sull’Aviazione civile francese, ha annunciato che le scatole nere sono state localizzate con un’approssimazione di cinque chilometri, ma che questo non significa che saranno recuperate presto:
I registratori delle scatole nere sono stati individuati grazie ai dati della prima fase dell’indagine, ora sappiamo con certezza che le scatole nere sono lì.
La localizzazione è stata possibile grazie all’utilizzo di due sofisticate navi per il recupero, dotate di sottomarini miniaturizzati, che hanno consentito la circoscrizione dell’area di indagine, originariamente di tremila kmq.
Air France e Airbus hanno speso finora 13 milioni di euro per localizzare le scatole nere, che si stima siano a una profondità di circa 4000 metri. Ritrovarle è essenziale per chiarire finalmente che cosa accadde a bordo dell’aereo.
In un primo momento si era ipotizzata un’esplosione o un fulmine: comunque qualcosa di improvviso per giustificare il fatto che i piloti non avessero avuto neanche il tempo di lanciare un SOS.
Poi fu accertato che i sistemi di allarme dell’aereo avevano lanciato diversi “avvisi” nel giro di pochi minuti, segnalando un’improvvisa anomalia all’interno della cabina. Gli indiziati principali finora sono gli indicatori di velocità dell’aereo che avrebbero fornito false indicazioni ai piloti proprio in prossimità di una forte turbolenza, inducendoli in errore e provocando le sollecitazioni che avrebbero portato alla distruzione dell’airbus in volo.
Intanto, secondo Affari Italiani, sempre più spesso membri degli equipaggi Air France avrebbero iniziato ad accusare malanni pur di non volare sull’A330 in quella rotta e che la preoccupazione si starebbe estendendo anche a Fiumicino tra piloti e assistenti di volo dei due vecchi A330 ereditati dalla nuova Alitalia e di quelli nuovi in corso di consegna.