American gigolo
Il New Times pubblica le foto dell'attivista antigay George Rekers in vacanza con un giovane gigolo
Quando all’aeroporto di Miami i giornalisti gli hanno chiesto perché viaggiasse con un giovane gigolo, George Alan Rekers, uno dei politici americani più impegnati nella lotta contro l’omosessualità, ha detto che aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a trasportare i bagagli.
Eppure il sito in cui Rekers ha trovato il ragazzo non è esattamente uno di quelli in cui si va a cercare una badante. Bisogna conoscerlo, andarci e accettare le sue condizioni d’utilizzo. Tra cui dichiarare di essere maggiorenni e prendere atto che ci si potrà imbattere in materiale pornografico. Solo dopo si può accedere alla home page piena di foto di ragazzi nudi che si vendono a ore. O a giorni, come nel caso del ragazzo scelto da Rekers.
I giornalisti del New Times di Miami gliel’hanno fatto notare, dopo averlo beccato all’aeroporto da cui stava partendo per le Bermuda, e Rekers era un po’ imbarazzato. Ha detto che all’inizio non sapeva che il ragazzo si prostituiva, che l’aveva scoperto solo a metà del loro viaggio (erano già stati insieme 10 giorni in Europa). Poi però ha confermato di averlo conosciuto su Rentboy.com. E da ieri la sua storia sta facendo il giro dei giornali e dei siti americani.
Rekers è da sempre uno degli attivisti anti-gay più impegnati degli Stati Uniti. Nel 1983 è stato tra i fondatori del Family Research Council, che presto diventò una delle lobby americane più potenti contro il movimento gay. È membro della National Association or Research and Therapy of Homosexuality (Narth), un’organizzazione che dice di poter curare le persone omosessuali.
In passato è stato ricercatore all’Università di Harvard e professore di neuropsichiatria all’Università del South Carolina ed è spesso invitato in giro per il mondo a tenere lezioni su adolescenti e sessualità. Ma durante quest’ultimo viaggio con il ragazzo in affitto non c’era nessuna conferenza. Entrambi negano di aver avuto rapporti sessuali, come del resto non sembrano smentire le mail pubblicate dal New Times:
Ti vorrei proporre un altro viaggio a Roma, in Italia, per una settimana o più. È così bello avere un assistente così carino come compagno di viaggio!
E in un altro del 26 marzo:
Ho chiamato a Londra e ho prenotato una stanza con due letti singoli.
E due giorni dopo:
Ora che ho finito di fare i bagagli dovrò lavorare sulle mia dichiarazione dei redditi. Non è molto divertente ma mi consolerò pensando che il nostro bellissimo viaggio sta per arrivare.
Sul suo sito personale Professorgeorge.com, Rekers ha pubblicato la smentita ufficiale sulla storia:
Il Prof. Rekers ha trovato il suo assistente di viaggio dopo aver intervistato molti candidati che lo avrebbero potuto aiutare, ed è venuto a conoscenza dell’attività di prostituzione del suo accompagnatore solo quando il viaggio era già iniziato.
Il ragazzo, di cui il New Times non pubblica il vero nome chiamandolo solo “Lucien”, ha tolto recentemente dal suo profilo i riferimenti sessuali più sfacciati e, pur ammettendo che Rekers ama uscire con ragazzi giovani, assicura che è un bravo uomo di famiglia, sinceramente interessato al bene dei bambini e degli adolescenti.
Tra i libri di Rekers c’è “Growing Up straight: What familias should know about homosexuality” (Crescere eterosessuali: quello che le famiglie dovrebbero sapere sull’omosesualità”).