Alla fine i talebani pakistani c’entrano
Shazhad ha ammesso di essere stato istruito sull'autobomba in un campo in Waziristan
Gli investigatori statunitensi e pakistani stanno ancora conducendo le indagini, ma le prove portano sempre di più verso un’unica direzione: come scrive il Wall Street Journal, il fallito attentato di Faisal Shahzad a Times Square di sabato scorso sarebbe legato al gruppo dei talebani pakistani, un gruppo affiliato dei talebani.
I talebani pakistani non hanno mai tentato azioni di terrorismo fuori dal Pakistan e dall’India, e se la correlazione fosse confermata indicherebbe una svolta radicale nella metodologia e negli obiettivi delle loro azioni.
Inizialmente le autorità avevano affermato che quasi certamente Shahzad aveva agito da solo, basandosi soprattutto sulla rudimentalità dell’autobomba che aveva costruito. Ma negli ultimi giorni sono venute alla luce diverse prove che indicano diversamente: Shahzad ha ammesso di essere stato istruito in Waziristan, una zona del Pakistan ai confini dell’Afganistan controllata completamente dai talebani pakistani. Nello specifico, è stato istruito nel campo di Qari Hussain, l’addestratore dei martiri pakistano, comandante dei Tehrik-e-Taliban — il nome ufficiale dei talebani pakistani — e cugino di Hakimullah Mehsud, il capo del gruppo.
Hussain prima (con un messaggio audio) e Mehsud poi (con un video) avevano rivendicato la paternità dell’attentanto. La pista era quindi stata battuta subito, ma poi in parte abbandonata a causa dei primi indizi che lasciavano supporre un azione solitaria.
Gli investigatori pakistani due giorni fa a Karachi hanno invece arrestato altri due membri di un altro gruppo di militanti islamici, Tohaid Ahmed e Mohammed Rehan, nel tentativo di dimostrare un possibile collegamento tra loro e Shahzad.
Come riportato dalla CBS, sembra che Shahzad fosse sulla lista dei viaggiatori da tenere d’occhio da almeno undici anni. In questo tempo avrebbe infatti portato circa 80.000 dollari in contanti all’interno del paese. Ma le autorità hanno spiegato che non è anomalo per un immigrato trasportare grandi quantità di contanti.