Nove motivi per odiare il 3D
Il più famoso critico cinematografico americano se la prende con il 3D sulle pagine di Newsweek
Roger Ebert è un rarissimo caso di critico cinematografico star: nel 1975 è stato il primo della sua categoria a vincere un premio Pulitzer, nel 2005 ha ricevuto una stella sulla Hollywood Walk of Fame, nel 2007 Forbes l’ha nominato “il più influente opinionista in America” e una strada vicina agli studi della CBS è intitolata a suo nome. E ieri il suo blog ha vinto un Webby Award.
La scorsa settimana, sulle pagine di Newsweek, Roger Ebert ha deciso di prendersela con il 3D. Ecco i nove punti del suo “manifesto”.
1. Non ce n’era bisogno
Nessuno si chiedeva dove fosse il 3D fino a vent’anni fa. Perché, guardando un film in 2D, il nostro occhio percepisce già la terza dimensione o, meglio, non ne sente la mancanza. E sottolinearla artificialmente rende l’illusione meno credibile.
2. Non ce n’era bisogno/2
Pensate ai film che avete amato nella vostra vita. Hanno “bisogno” del 3D? Li riuscite a immaginare?
3. Può essere una distrazione
A volte il 3D viene usato solo per separare i piani visivi, quindi vediamo oggetti che galleggiano sopra altri ma tutto rimane in 2D. Lo notiamo, ma non dovremmo. E, oltretutto, il 3D sembra suggerire che tutto dovrebbe essere a fuoco. Questo penalizza la possibilità dei registi di mettere a fuoco o meno un piano in particolare.
4. Può causare nausea e mal di testa
La Reuters ha intervistato l’oftalmologo Michael Rosenborg in merito al 3D. “Ci sono persone con piccoli problemi agli occhi che il cervello, sotto circostanze normali, controlla senza problemi. Ma il 3D dà un’esperienza visiva a cui non siamo abituati, e questo porta il cervello a dover faticare di più. Questo facilita i mal di testa.” Consumer Reports ha stimato che il 15% degli spettatori che assiste a una proiezione 3D esce dal cinema con mal di testa o affaticamento agli occhi.
5. Avete notato che le immagini in 3D sono un po’ più scure?
Lenny Lipton, l’inventore dei display 3D, scrive che “i proiettori digitali attuali sono intrinsecamente inefficienti. Metà della luce arriva a un occhio, metà all’altro: questo riduce del 50% l’illuminazione.” In più, sono gli occhiali stessi a trattenere luce.
6. Qualcuno deve guadagnare dalla vendita dei nuovi proiettori digitali
Certe case di distribuzione si sono inizialmente opposte ai costi dei nuovi equipaggiamenti 3D, ma gli studios hanno spiegato loro che se non avessero accettato i film in 3D non avrebbero avuto nemmeno la versione 2D. Inoltre, sebbene nella maggior parte dei cinema ci sia spazio per entrambi i proiettori, gli studios spingono i cinema a rimuovere i proiettori analogici il prima possibile. Perché tutta questa fretta?
7. Il sovrapprezzo dai 5 ai 7,5 dollari (dai 2 ai 5 euro in Italia)
I proiettori 3D possono proiettare anche in 2D. Capita quindi a volte di guardare un film in 2D da un proiettore 3D. Ma in questo caso il sovrapprezzo non si paga. Quindi: il sovrapprezzo prima o poi se ne andrà o dovremo pagarlo per sempre?
8. Non riesco a immaginarmi un film drammatico in 3D
E nemmeno i registi. Quando Alfred Hitchcock ha girato “Il delitto perfetto” in 3D, era così scontento del risultato che le proiezioni successive a New York sono state in 2D. Il 3D sembra adatto ad animazioni o a film come Avatar, girati principalmente al computer. E Avatar è un film fantastico, ma era pensato specificatamente per il 3D e per farlo a dovere sono stati spesi 250 milioni di dollari. Altri registi — come Tim Burton per Alice — vengono spinti a usare il 3D dal marketing, e si vede: la sua presenza è minima e inutile.
9. Quando Hollywood si sente in crisi, spinge sulla tecnologia: suono, colore, schermo panoramico, 3D, dolby surround, 3D di nuovo
Ovvero: cercare di dare allo spettatore un’esperienza che non può avere a casa. E che ovviamente deve valere un sovrapprezzo. Esiste un processo chiamato MaxiVision48 che, usando la tecnologia attuale, permette di girare a 48 frame al secondo, il doppio degli attuali. La qualità dell’immagine è quattro volte gli standard a cui siamo abituati. Se la gente guardasse un film così si dimenticherebbe del 3D.
Non mi oppongo al 3D come possibilità. Mi oppongo al 3D come scelta di vita di Hollywood, che sembra allontanare le case di produzione da quel tipo di film che pensiamo valgano l’Oscar. Scorsese e Herzog fanno film per adulti. Hollywood sta puntando dritto al mercato dei giovani. Disney ha annunciato da poco che non farà più film tradizionali, e si concentrerà solo su animazioni, franchise e supereroi. Ho la sensazione che la Hollywood più giovane stia perdendo l’istinto per le storie e per la qualità che aveva in passato. Gira tutto intorno al marketing. Hollywood ha bisogno di un sistema di proiezione che vada bene per qualsiasi film e sia il miglior che il pubblico abbia mai visto. Gli uomini del marketing hanno ragione: il pubblico vivrà un’esperienza visiva incredibile come non può averla a casa. Ma è l’esperienza sbagliata.